Come sarà il clima tra 50 anni

da Redazione uvadatavola.com

Tre scenari futuri per farci un’idea di come sarà il clima in Italia nel prossimo futuro, nello specifico nell’ultimo trentennio del XXI secolo, cioè tra il 2071 e il 2100.

A tracciarli, un nuovo studio presentato oggi a Roma e realizzato dall’Oms e a Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, con la partecipazione della Fondazione Cmcc – Centro Euro Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, che ha fornito analisi su come cambieranno i fenomeni delle ondate di calore e come il cambiamento climatico possa incidere sulla qualità dell’aria.

Questi i tre scenari ipotizzati nel documento “Who Unfccc Climate and health country profile for Italy“, dal più pessimista al più ottimista, cioè da quello che prevede un maggiore aumento delle temperature a quello che invece ottimisticamente lo esclude. In quello caratterizzato da più alte concentrazioni di CO2, associato a un’assenza di politiche di mitigazione, si stimano incrementi di temperatura media sull’intera penisola nell’ordine di 4°C, cui corrisponderanno eventi intensi di precipitazione e una diminuzione dei cumuli di precipitazione soprattutto al meridione.

Il secondo scenario invece, in cui sono considerate alcune misure per contenere la concentrazione di CO2 in atmosfera, gli aumenti di temperatura attesi si attesterebbero su 2/3°C in media, meno evidenti sarebbero le riduzioni di precipitazione cumulata e gli incrementi nella frequenza degli eventi intensi.

“L’ultimo scenario considerato – spiega Paola Mercogliano, che ha coordinato il contributo Cmcc – è invece uno scenario molto ottimista, l’unico che non determina un innalzamento della temperatura media globale alla superficie degli oceani e del suolo entro la fine del XXI secolo superiore a 1.5°C rispetto al periodo pre-industriale”.

“Grazie alla ormai decennale esperienza maturata dal Cmcc nell’ambito della modellistica climatica regionale ad alta risoluzione possiamo fornire analisi molto dettagliate dal punto di vista geografico e con ottime capacità di rappresentare le caratteristiche climatiche italiane, sia in termini di valori medi che estremi”, dice Mercogliano.

Il documento collega poi gli scenari futuri alle conseguenze sulla salute nelle aree di impatto più rilevanti: inquinamento atmosferico, ondate di calore, risorse idriche e gestione idrica, malattie infettive e vettori, produzione primaria e sicurezza alimentare, migrazioni, ecosistemi e biodiversità, anche in ambienti urbani.

L’obiettivo è quello di fornire una base scientificamente solida per far crescere la consapevolezza dei cittadini e dei decisori, indurre azioni educative e di integrazione delle politiche di sorveglianza e risposta rapida alle emergenze, aumentare la resilienza dei sistemi socio-sanitari e ambientali per una prevenzione olistica finalizzata ad azioni comuni per la protezione della salute umana e del pianeta.

Su questa linea il progetto ha coinvolto più di 40 esperti scientifici di 12 istituzioni di sanità pubblica, di climatologia, di studio degli ecosistemi, con la partecipazione del ministero dell’Ambiente attraverso il coordinamento del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità e la collaborazione dell’Oms.

I risultati e le strategie delineate nel profilo italiano serviranno anche come documento base per la prossima Conferenza globale dell’Oms sull’inquinamento atmosferico e la salute, in previsione a Ginevra il 30 novembre e 1 ottobre 2018.

 

Fonte: adnkronos.com

 
 

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