Una grande quantità del calcio contenuto nei frutti si trova in forma di ossalato.
La mancanza di correlazione tra contenuto di calcio totale e qualità/consistenza della frutta è dovuta al fatto che la frazione di calcio presente come ossalato insolubile può essere alta e/o variabile. Se ne deduce quindi che una semplice analisi della quantità totale di calcio presente nel frutto non sarà certo indicativa della reale percentuale di questo elemento che realmente svolgerà compiti strutturali e che quindi può fornire indicazioni sulla qualità del prodotto.
La maggior parte dei lavori di ricerca realizzati in passato stimavano il calcio legato alle pareti cellulari in forma indiretta, per differenza tra calcio totale e calcio solubile. Tale procedimento non è da ritenersi corretto, in quanto viene sovrastimata la frazione di calcio legato per addizione delle frazioni insolubili e residuali, che a volte sono superiori alla frazione legata.
Il dipartimento di ricerca e sviluppo dell’area agronomica di AGQ Labs, un centro tecnologico chimico presente da alcuni anni anche in Italia, ha iniziato a disegnare un modello di sviluppo specifico attraverso l’analisi del calcio legato e del calcio totale con limiti di rilevazione più bassi rispetto a quelli utilizzati nella lamina fogliare.
Con questi test, condotti in parallelo nei laboratori di Spagna e Cile, si sono studiate le evoluzioni delle frazioni di calcio per tutto il periodo di maturazione dei frutti e le differenze tra frutti con e senza alterazioni (cracking, butteratura, ecc.).
Il metodo è stato messo a punto effettuando estrazioni specifiche, in modo tale da poter analizzare le differenti frazioni del calcio attraverso l’utilizzo dello spettrofotometro di emissione a plasma (ICP).
Autori: Giovanni Manca – Agronomo, delegato Sud Italia AGQ Labs Italia
Gonzalo Allendes Lagos- Ing. Agr. PUCV – Director Técnico Corporativo AGQ Labs