Poter contare su una attiva crescita delle radici e guardare al loro sviluppo è un fattore essenziale per il corretto assorbimento del calcio.
Come ci ha ricordato Antoine de Saint- Exupèry ne “Il Piccolo Principe”: L’essenziale è invisibile agli occhi.
Per apportare correttamente questo elemento si deve prevedere in prima battuta un controllo delle relazioni cationiche nella soluzione del suolo e una fertilizzazione calcica eseguita applicando un protocollo scientifico che garantisca il corretto assorbimento da parte della pianta.
Inoltre è necessario rimodulare gli apporti di calcio tenendo conto dei momenti in cui fisiologicamente il frutto ne ha più bisogno. Infine è necessario assicurarsi di disporre di germogli di qualità in fase di fioritura, con un buon numero di foglie che traspirano e permettono al calcio di giungere nei frutti.
Per muovere opportunamente queste leve, individuare correttamente momento e dosi ottimali, la misurazione e l’analisi del frutto volta a determinare differenti parametri tra cui calcio pectato e calcio totale, rappresenta un valido strumento diagnostico. Questo tipo di informazioni permettono inoltre di valutare i parametri qualitativi collegati all’aspetto del prodotto ed alla sua “vita utile”.
Si tratta di informazioni importanti per l’esportatore, che deve decidere il destino (vicino o lontano) nello spazio e nel tempo delle uve che sta gestendo, premessa obbligata per commercializzare con successo le uve anche verso i mercati più lontani.
Autori: Giovanni Manca – Agronomo, delegato Sud Italia AGQ Labs Italia
Gonzalo Allendes Lagos- Ing. Agr. PUCV – Director Técnico Corporativo AGQ Labs
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