A fine aprile le esportazioni di uva da tavola australiana hanno segnato un aumento del 48% rispetto all’anno precedente, con circa 99.420 tonnellate di prodotto spedito sui mercati di Cina, Indonesia e Giappone.
Le tre nazioni rappresentano quasi il 63% di tutte le esportazioni di uva australiana. La sola Cina ha assorbito circa il 40% con 40.000 tonnellate, un aumento del 45% rispetto al 2017.
L’amministratore delegato dell’Australian Table Grape Association, Jeff Scott, ha dichiarato che le esportazioni in Giappone sono aumentate del 42%, in pratica il continente nipponico è ora il terzo mercato per l’uva da tavola australiana. Altri mercati che sono cresciuti in questi anni sono stati Tailandia, Filippine, Vietnam e Nuova Zelanda.
“Abbiamo frantumato un nuovo i record – ha affermato Scott-. Ma la buona notizia è stata attenuata da una leggera battuta d’arresto per il rendimento ai coltivatori, che ha segnato -7% con 3,61$ al kg.
I coltivatori di Robinvale, Nick e Peter Muraca, tuttavia, raccontano che quest’ultimo è stato “un anno eccellente”. L’azienda agricola di Nick Muraca ha venduto il 100% del raccolto (circa 430 tonnellate quest’anno) in Cina, a prezzi interessanti grazie ad una giusta tempistica.
Il presidente dell’ ATGA ha affermato che il dominio del Cile sulle vendite di frutta in Cina è uno dei fattori che influenzano l’abbassamento dei prezzi. Il governo cileno vanta un rapporto commerciale con la Cina di due decenni, si è guadagnata l’accesso al mercato asiatico debellando la mosca della frutta, che è un prerequisito fondamentale per vendere molti frutti in Cina. Il Paese sudamericano ha anche condotto una revisione nel 2013 sulla regolamentazione delle esportazioni e ha lavorato per rimuovere i possibili ostacoli per l’export dei prodotti ortofrutticoli vero il Celeste impero.
Autore: La Redazione
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