Confagricoltura: “Con la nuova legge il bio esce dal nanismo per diventare agrobusiness, attento ai bisogni della collettività”

da Redazione uvadatavola.com

L’agricoltura biologica ha bisogno di imprenditorialità, professionalità, rigore, innovazione e deve saper intercettare i bisogni della collettività. Ci vogliono spalle robuste, aggregazione dell’offerta e rapporti di filiera definiti.

Il settore è ormai uscito dal suo nanismo e grazie al disegno di legge approvato alla Camera, avrà gli strumenti normativi per rafforzarsi in termini di “attività d’interesse nazionale con una funzione sociale”.

Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, in relazione al testo normativo sul bio all’esame del Parlamento.

“Grazie alla nuova legge vengono introdotti strumenti essenziali come – ha spiegato Massimiliano Giansanti – la costituzione di un tavolo tecnico per l’organizzazione del piano d’azione nazionale, la previsione del ‘fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica’, la definizione dei distretti biologici (che esaltano la territorialità); tra le novità incisive ci sono quella di poter costituire l’organismo interprofessionale di settore e quella di prevedere i contratti di rete”.

“Questa legge l’attendevamo da molto tempo ed il lavoro di coordinamento e unificazione tra i tre testi presentati, che è stato fatto dalla relatrice Terrosi, è risultato particolarmente efficace”

Il presidente di Confagricoltura ha colcluso: “Grazie alla collaborazione con il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Sani, con il primo firmatario della legge Fiorio, con la relatrice e con gli altri membri della Commissione parlamentare, sono state accolte molte delle osservazioni presentate da Confagricoltura nel corso delle due audizioni svolte negli anni scorsi. Auspichiamo ora un rapido iter d’approvazione al Senato”.

 

Fonte: confagricoltura

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