Puglia, l’agricoltura vale 4 miliardi. Record di aziende: sono più di 270mila

da Redazione uvadatavola.com

“La Puglia agricola ha un potenziale straordinario: un fatturato di 4 miliardi, un valore aggiunto di 2 miliardi e il più alto numero di unità di lavoro impiegate.

Un’agricoltura di numeri da record, che ha tutti i requisiti per crescere e diventare sempre più competitiva, con il sostegno di risorse pubbliche da allocare in maniera strategica e secondo i fabbisogni dei nostri agricoltori”.

Lo ha detto l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, commentando i dati presentati questa mattina dal direttore di Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone, nel corso del convegno ‘Le politiche nazionali e regionali per la competitività agroalimentare”, nel padiglione dell’Apulian Lifestyle in Fiera del Levante.

Il potenziale cui allude Di Gioia riguarda l’utilizzo delle risorse, derivanti dal PSR 2014-2020 e dalla PAC, calibrato su reali necessità e bisogni dell’agricoltura pugliese.

“La Puglia detiene il più alto numero di aziende agricole in Italia: sono oltre 270 mila, secondo l’ultimo censimento Agricoltura – ha spiegato Di Gioia -. Di queste, i due terzi non ha più di due ettari di superficie coltivabile. Sono aziende di piccole o medie dimensioni, spesso a conduzioni familiare. Non tutte producono beni agricoli ai fini dello scambio ma la gran parte utilizzano aiuti diretti erogati dalla politica agricola comune. Solo una ridotta percentuale aderiscono alle misure del PSR rivolte a migliorare la competitività. Le aziende che beneficiano di un pagamento unico sono 173 mila e percepiscono un contributo annuo dalla politica europea di 520 milioni di euro. Significa che la Pubblica amministrazione sostiene l’agricoltura in maniera consistente. Ai 2 miliardi di euro di valore aggiunto prodotto dagli agricoltori che fanno investimenti si aggiunge un 30% in più da risorse pubbliche”.

Sul dato occupazionale in agricoltura “la nostra regione – ha proseguito di Gioia – è ad altissima intensità di manodopera. Un dato che ci dà motivo di ripensare le nostre politiche agricole, attraverso una redistribuzione delle risorse pubbliche, non in funzione degli ettari a disposizione per agricoltore, ma del lavoro offerto. Un dato che ci farebbe crescere esponenzialmente. Ed è un ragionamento legato alla riforma della PAC alla possibilità di collegarla al lavoro”.

“Studiare e approfondire le caratteristiche della nostra agricoltura – ha concluso – è elemento necessario per affinare le nostre politiche di sviluppo rurale: di qui l’idea di costituire un centro studi regionale che ci consenta di migliorare strategie a sostegno della competitività dell’agricoltura pugliese”.

 

Fonte: immediato

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