Preoccupazione per l’accordo di libero commercio tra UE e Marocco

da Redazione uvadatavola.com

L’Unione Europea intende stringere un accordo di libero commercio con il Marocco che rischia di avere un grave impatto sulla commercializzazione di uva da tavola e più in generale dell’ortofrutta dei paesi produttori europei.

La denuncia giunge dalle organizzazioni professionali agrarie italiane e spagnole che si oppongono alla prospettata revisione tra UE e Marocco per il grave e negativo esito che tale operazione produrrebbe. I mercati verso i quali il Marocco esporta e commercializza i propri prodotti coincidono, infatti, con quelli a cui si rivolgono anche Spagna e Italia. Inoltre le associazioni di categoria sono anche preoccupate per il livello di sviluppo e di diversificazione raggiunto dalle aziende ortofrutticole marocchine alle quali si contrappone la crisi strutturale che attraversa attualmente il settore agricolo in Spagna ed in Italia.

Il nuovo accordo intende liberalizzare il commercio di tutti i prodotti agroalimentari, eccetto quelli considerati sensibili (che per l’UE sono pomodoro, fragola, clementina, cetriolo, aglio, zucchino e zucchero) per i quali sarà mantenuto un sistema di preferenze tariffarie per un quantitativo contingentato, anche se saranno incrementati i volumi di prodotto in entrata nell’Unione Europea. L’uva da tavola (ma anche citrus e drupacee), rientra quindi tra quei prodotti il cui mercato sarà completamente liberalizzato, con una esenzione totale dei diritti di dogana ad valorem ed una riduzione del 30% del prezzo di entrata.

Lo scorso 26 gennaio la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha espresso formalmente l’invito a non approvare l’accordo di libero scambio tra UE e Marocco; tale parere, come nota il presidente italiano di Confagricoltura Mario Giudi “inopinatamente non è stato considerato dalla Commissione Commercio Internazionale competente in proposito – aggiungendo che – prima di decidere ulteriori concessioni, l’Europa deve prevedere uno studio di impatto sulle conseguenze di ogni singola intesa. Confagricoltura non ha pregiudizi precostituiti nei confronti di negoziati partecipati dall’Unione Europea, ma è indispensabile che qualsiasi apertura delle frontiere si basi su regole condivise che tutelino gli interessi del sistema agricolo e che siano finalizzate al raggiungimento di risultati bilanciati”. Infine l’invito rivolto agli europarlamentari italiani di ogni schieramento politico: “In una materia delicata come questa, con impatti notevoli sulle nostre produzioni ortofrutticole ed olivicole è necessario fare un’attenta valutazione sulle conseguenze di questo accordo. Non si può procedere a forza di blitz e usando l’agricoltura come merce di scambio per risolvere i problemi politici e di rapporti internazionali”.

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