L’America Latina si candida ad essere l’area geografica leader nell’ortofrutta a livello mondiale e i Paesi produttori del Mediterraneo devono fare attenzione a quanto laggiù si sta sviluppando.
È quanto scrive il Direttore Antonio Felice, in un articolo pubblicato sulla rivista Greenmed Journal. Alle realtà straordinarie dei piccoli Paesi dell’America Centrale, si aggiungono le ambizioni di giganti come il Brasile, il Cile, l’Argentina, il Perù e la Colombia. Tra questi, il Brasile ha i presupposti per candidarsi ad essere la prima potenza agricola al mondo anche se è l’export ortofrutticolo del Perù a crescere continuamente e in maniera costante. Attualmente si sta assistendo a una crescita media annuale del 27%.
Secondo il ministro Jose Luis Silva, se le esportazioni continueranno a progredire a questo ritmo, il Perù può diventare il primo esportatore al mondo di frutta e verdura. Le esportazioni sono favorite in primis dagli accordi di libero scambio che il Perù ha stretto con Cina, Giappone e Stati Uniti. Il Paese sudamericano ha esportato 842 milioni di tonnellate di prodotti ortofrutticoli l’anno scorso, per un valore di 1,1 miliardi di dollari. I principali prodotti spediti sono stati, in ordine di valore: l’uva (299 milioni di dollari), l’asparago (289 milioni di dollari), l’avocado (164 milioni di dollari), il mango (117 milioni di dollari), la banana (69 milioni di dollari) e il limone (66 milioni di dollari).
Per quanto riguarda l’uva da tavola, in Perù, nell’ultimo periodo, le superfici investite sono aumentate del 20%, arrivando a 12 mila ettari. La varietà Red Globe rappresenta il 60% dell’export di uva. Juan Carlos Brignardello, amministratore delegato della Viticola SA, spera in una crescita delle esportazioni verso l’Asia, in particolare in Cina, oltre che in Europa in particolare in Germania.
Il Mediterraneo, quindi, deve porre attenzione all’evoluzione produttiva e commerciale dell’America Latina. Oggi il sistema produttivo è così elastico al punto da poter superare la barriera delle stagionalità produttive: significa, in pratica, che le produzioni dei due emisferi potrebbero sempre più accavallarsi invece che essere distinte. Le stagioni sono sempre più variabili a causa di elementi diversi: le varietà precoci e tardive sempre più utilizzate dai produttori di tutto il mondo per aprirsi varchi nel mercato; i sistemi di coltivazione sempre più sofisticati; la capacità di utilizzare in molti Paesi aree produttive molto diverse tra loro per clima, altitudine ecc. La previsione di un mercato completamente globalizzato è quindi una prospettiva sempre più vera e vicina. E l’America Latina di oggi – conclude il direttore – appare più efficiente e commercialmente aggressiva della stessa Cina.
Fonte: Green Med Journal – The Mediterranean Fresh Produce Magazine