La redazione ha intervistato Teresa Diomede, titolare dell’Azienda Agricola Racemus, per conoscere la sua opinione sull’importanza che la consulenza tecnica ha avuto per il settore dell’uva da tavola e in che modo questa dovrà evolversi per affrontare le nuove sfide del mercato.
L’Azienda Agricola Racemus si occupa di produzione e commercializzazione di uve da tavola destinate principalmente all’esportazione. Il mercato principale di riferimento è la Spagna dove viene commercializzato l’80% della produzione, per la vendita direttamente sul mercato spagnolo o per le rispedizioni in altre località.
Quanto è stata importante la consulenza agronomica per il progresso della viticoltura da tavola pugliese e italiana secondo il tuo punto di vista?
Ritengo che la consulenza agronomica in campo sia essenziale, poichè attualmente si deve puntare principalmente alla qualità. Questa si può raggiungere solo con metodologie specifiche che e il produttore non può mettere in atto affidandosi solo alla propria esperienza. Serve il confronto con i tecnici che sperimentano ogni giorno in campo e sono alla continua ricerca di miglioramenti nella tecnica di produzione. La moderna agricoltura deve essere così. Per vendere il prodotto attraverso la GDO bisogna sottostare ad una serie di parametri come, ad esempio, il numero di principi attivi e il controllo dei tempi di carenza. La GDO richiede che la conduzione sia eseguita in un modo opportuno. L’agricoltore non può fare da solo.
L’apporto di un agronomo è utile anche quando dal campo ci si trasferisce in magazzino?
I tecnici di Racemus non si limitano a seguire la produzione in campo. Il lavoro si protrae per tutte le fasi della commercializzazione: prima della raccolta per il monitoraggio del grado brix, dei tempi di carenza e tanti altri dettagli; dopo la raccolta per fornire il quaderno di campagna o chiarimenti in merito al singolo lotto.
Ci sono aspetti della consulenza agronomica in viticoltura da tavola su cui si deve ancora migliorare?
Forse serve una maggiore presenza in campo dell’agronomo. Sarebbe molto utile la presenza del tecnico in azienda più di una volta a settimana. Perchè anche se si è capaci di realizzare un prodotto qualitativamente migliore degli altri, qualora si sviluppassero fitopatie o altri problemi, tutto il lavoro andrebbe in fumo. E poi mi piacerebbe ricevere ulteriori informazioni circa il perchè di determinate operazioni o scelte. Servirebbe maggiore confronto tra agronomo e produttore.
Come vedi la consulenza agronomica nel futuro? Ci sarà un’ulteriore evoluzione?
Io auspico una evoluzione verso una viticoltura più eco-sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Perchè il futuro guarda in quella direzione.
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