Quasi quattro anni dopo essere state rifiutate dall’UE a causa dei livelli eccessivi di residui di agrofarmaci, le uve indiane hanno ritrovato il favore degli acquirenti europei.
Nella stagione 2014 le spedizioni indiane hanno raggiunto una cifra record: circa 19,2 milioni di tonnellate di uva sono state esportate dai commercianti indiani in circa 94 paesi, di cui Europa e Regno Unito rappresentano la quota maggiore con 65.000 tonnellate in più. L’anno scorso le esportazioni totali erano state di circa 17,2 milioni di tonnellate.
Jagannath Khapre, presidente dell’All India Grape Exporters Association, ha dichiarato che il problema dei residui è stato superato dagli esportatori indiani negli ultimi due anni: “non credo che questo sarà un problema in futuro”.
L’export di uva indiana verso l’UE era sceso a 22.000 tonnellate nel 2010-11. Negli anni successivi è aumentato, toccando le 56.000 tonnellate nel 2012-13.
Nel 2010 l’UE aveva fermato le importazioni di uva dall’India, per l’eccessiva presenza di residui chimici. Circa 40.000 tonnellate di uva inviate in diversi paesi europei erano state fermate per aver superato il livello massimo di residui di un contaminante chimico – Clormequat (clorurodi clorocolina), un regolatore di crescita della pianta – rilevato al di sopra del livello massimo di residui ammesso (LMR).
Nel 2009 l’UE mise a punto nuove norme sui prodotti fitosanitari, aumentando le sostanze chimiche da monitorare da 98 a 167. Ignari delle regole modificate, gli esportatori indiani videro i loro prodotti rifiutati.
Secondo Khapre, i laboratori governativi hanno condotto negli anni successivi diversi test sull’uva non trovando alcun residuo e dichiarando il prodotto adatto ai mercati europei. Tuttavia, molti esportatori non erano a conoscenza di tale idoneità e ci è voluto tempo affinchè il commercio si normalizzasse.
Le uve indiane attualmente devono essere sottoposte a circa sette test di laboratorio prima di essere considerate idonee ai mercati europei.
Secondo gli esperti del settore, le uve vengono ora monitorate per residui di 173 molecole. I nuovi mercati come Russia e Cina hanno portato ad una crescita complessiva delle esportazioni di uva. Negli ultimi due anni l’export di uva indiana verso la Russia è cresciuto: quest’anno i volumi potrebbero raddoppiare rispetto all’anno precedente. Da febbraio 2015 in poi, l’uva indiana potrà trovare anche acquirenti in Giappone.
Fonte: financialexpress.com
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