Embargo russo: con esportazioni triangolate perdita di mercato del 20-25%

da Redazione uvadatavola.com

L’export diretto verso la Federazione russa era quantificabile tra il 7 e l’8% delle produzioni, ma a questo dato bisogna aggiungere tutte le esportazioni triangolate per il tramite di altri paesi Ue e non Ue poi destinate alla Russia.

Quindi, si può anche registrare una perdita di mercato consistente, quantificabile intorno al 20-25%. Ad affermarlo è Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, preoccupato per gli “effetti collaterali” che le tensioni tra Ue e Russia sul fronte ucraino, da ultimo con le ritorsioni russe in risposta alle sanzioni europee varate nel luglio scorso, stanno provocando su un settore vitale dell’economia ionica.

“L’embargo russo ai prodotti agroalimentari italiani costa ben oltre i 200 milioni di euro stimati dal ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Solo in provincia di Taranto – spiega Lazzàro – il comparto dell’uva da tavola, ha registrato una flessione significativa delle esportazioni.”

 

L’effetto domino del blocco russo, in sostanza, potrebbe costare diversi milioni di euro alle aziende che operano nel comparto principe dell’agricoltura della provincia ionica, con un doppio gap, misurato in termini di calo dell’export e di prezzi di mercato. E, per giunta, con un’incidenza pesante anche a medio e lungo termine (l’embargo russo ha validità di 12 mesi), soprattutto in considerazione del fatto che quello russo era un mercato in forte ascesa: “La Russia – rimarca Lazzàro – era un mercato potenziale importantissimo, cresceva del 50-60% all’anno, per cui sono stati grandi gli sforzi, in termini di investimenti, per creare la conoscenza dei prodotti ed il mercato potenziale. Adesso, di questo lavoro sostenuto dalle nostre imprese, se ne stanno impadronendo i nostri concorrenti che non sono nella black list di Putin”.

Nella lista nera, oltre all’uva da tavola, ci sono carne di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare, latte e latticini, frutta e verdura in genere. Le contromisure della Commissione europea a sostegno dei settori colpiti non sembrano – almeno in questo momento – adeguate: “L’Unione Europea – sottolinea il presidente di Confagricoltura – come al solito non risponde o non risponde in modo adeguato. Le risorse stanziate, complessivamente circa 150 milioni di euro, non sono nulla rispetto alle ripercussioni economiche per il nostro agroalimentare”.

Fonte: quotidianodipuglia.it

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