Crolla il prezzo dell’uva, le tariffe assai vantaggiose dell’ultima annata sono già un ricordo. I viticoltori foggiani si sono svegliati da un brutto sogno, da quando cioè l’uva da vino veniva loro pagata 35 euro il quintale e invece oggi viene ritirata a 17, massimo 19 euro.
C’è qualcosa che non quadra, sospetta più di qualche produttore che teme anche qui manovre non regolamentari sottobanco sulla scia di quanto già svelato alcuni giorni dalle ispezioni dei Nas nei centri di conservazione degli alimenti alcuni dei quali rilevati non a norma anche in Capitanata.
Proprio ai carabinieri del Nas si appella, infatti, l’Ugl coltivatori che oggi chiederà ufficialmente l’invio di un’ispezione in quelle cantine maggiormente indiziate e che vinificano a prezzi di saldo. «Il sospetto che purtroppo abbiamo già da alcuni giorni – rivela Giuseppe Solimando, segretario dell’organizzazione sindacale – è che diverse cantine stiano vinificando uva da tavola come se niente fosse, ignorando cioè le regole dell’Unione europea che su questo argomento sono abbastanza ferree. Sarebbe una truffa colossale ai danni dei consumatori e dei produttori onesti che vinificano con le uve a spalliera le cui rese sono completamente diverse da quelle prodotte sui tendoni, come del resto lo sono ovviamente anche i prezzi».
Il «sospetto» dell’Ugl è andato rafforzandosi negli ultimi giorni, da quando è cominciata la raccolta delle uve e sono cominciati anche «alcuni traffici notturni davanti ad alcune cantine», sostengono con aria sibillina dall’Ugl. Gli indicatori di mercato rilevano in giro una quantità abnorme di uva da tavola scambiata per uva da vino, la commistione tra i due tipi di uva danneggia ovviamente la qualità e l’immagine del vino prodotto a livello locale comprese alcune coraggiose operazioni come il consorzio per il Nero di Troia che ha messo insieme i produttori di 13 comuni. La differenza tra i due tipi di uva è notevole: il grado zuccherino dell’uva da tavola è molto basso e può offrire alla vinificazione solo un vino di quart’ordine, di quello che in genere viene venduto sfuso nelle vinerie in recipienti da 5 litri.
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it