Dinamiche di esportazione dell’uva da tavola dall’Emisfero Sud

da Redazione uvadatavola.com

La combinazione tra anticipo della produzione e sovrapposizione con l’offerta californiana e peruviana negli Stati Uniti ha portato i produttori di uva da tavola cileni a cercare alternative. Per questi motivi più di qualcuno pensa all’Europa, dove oggi è prevalente la presenza degli esportatori sudafricani.

Eddy Kreukniet, amministratore delegato di Exsa, azienda di produzione ed  esportazione di uva da tavola dal Sudafrica, ma con sede nei Paesi Bassi, in un’intervista rilasciata a freshfruit portal  spiega che il programma di esportazione dall’Emisfero Sud inizia con uva da tavola brasiliana, per poi spostarsi sul prodotto del Sudafrica e su piccoli volumi da Argentina e  Perù. “L’uva da tavola brasiliana quest’anno è arrivata sul mercato europeo molto presto, secondo una strategia del tipo entrare presto – uscire presto”. Questa secondo il suo parere è una buona strategia, anche se il prodotto importato si  sovrappone alla produzione tardiva europea.

La mossa del Brasile di uscire presto dal mercato ha permesso poi a Sud Africa  e Namibia di entrare in un mercato virtualmente vuoto, così da dicembre a metà gennaio il prezzo è stato ottimo, circa 2 euro superiore a quello degli anni scorsi. Una simile situazione è molto attraente, soprattutto per gli esportatori cileni che hanno incontrato più difficoltà del solito ad esportare negli Stati Uniti.

“Per i suddetti motivi quest’anno in Europa è giunta dal Cile una quantità  molto più alta di uva rispetto agli anni scorsi”, spiega il direttore commerciale della Società di Esportazione “Subsole” Juan Colombo. “Ma occorre coordinamento tra gli attori coinvolti e professionalità per evitare problemi come quelli che si stanno verificando in questo febbraio, con il Sudafrica ed il Cile che sviluppano entrambi buoni volumi con conseguente eccesso di frutta in Europa. Questo – continua Colombo – non deve accadere in Europa perchè la curva di domanda è più rigida che negli USA. In Europa ad un aumento dell’offerta non corrisponde un calo dei prezzi tale da permettere un aumento della domanda sufficiente ad assorbire l’eccesso di offerta. Sarebbe bello avere il mercato dell’uva da tavola in pugno sia in USA che in Europa, ma non è così, dobbiamo condividere l’Europa con gli altri. Io mi aspetto un volume di prodotto commercializzato dal Cile più basso rispetto alla scorsa stagione”.

Prospettive per il Sudafrica Ancora Kreukniet afferma che attualmente nel mercato europeo c’è molta uva da tavola ma non in eccesso. La produzione dal Sudafrica è arrivata in ritardo quest’anno ma in quest’ultima parte di stagione la maturazione procede molto rapida e questo determina un grado brix superiore ma anche minore shelf life.

Infine Jaco Kruger direttore marketing della “The Grape Company”, Società di esportazione di uva da tavola con sede in Sudafrica, sottolinea che i principali mercati per il Sudafrica sono Europa e Regno Unito e che per mantenere saldo il mercato in queste aree non è possibile spedire prodotto negli Stati Uniti.

L’impegno dei vari Paesi che producono uva da tavola nel mondo e la loro propensione a creare sinergie volte ad ottimizzare l’esportazione di uva verso il nostro continente, rendono ancora più evidenti le difficoltà della viticoltura da tavola italiana, caratterizzata da una strutturale frammentazione del comparto e da una scarsa propensione all’aggregazione, elemento quest’ultimo di capitale importanza per riuscire a competere sul mercato globale. Elementi su cui è necessario riflettere fin da subito.

Fonte: http://www.freshfruitportal.com

Articoli Correlati