Oltre 15mila quintali di mosto ottenuto da uve da tavola, destinato alla produzione di vino, sono stati sequestrati ieri nel Metapontino dall’Icqrf, ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, insieme ai i Nac (Nucleo politiche agricole) dei carabinieri di Salerno.
Il mosto era stato introdotto in cantina con documenti contraffatti. La legislazione vieta l’utilizzo di uve da tavola per la vinificazione e il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha rafforzato fortemente i controlli sulle operazioni di vinificazione anche tenuto conto dell’attuale andamento del mercato dell’uva da tavola.
“Il contrasto ai fenomeni fraudolenti, che producono situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori, è una delle priorità della mia attività a difesa dei prodotti agroalimentari italiani – ha commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo – e questo è ancora più vero per il vino, eccellenza assoluta della nostra agricoltura. I risultati che giorno dopo giorno otteniamo confermano che la sinergia operativa tra gli organismi di controllo del Ministero va a tutto vantaggio della tutela dei consumatori e degli operatori onesti. Il successo di questa operazione, che ha portato al sequestro di 15.000 quintali di mosto da uva da tavola, è decisivo per il mantenimento dell’elevato livello qualitativo delle nostre produzioni vitivinicole e per il loro sempre maggiore successo in tutto il mondo”.
La segnalazione di presunte irregolarità nella vinificazione, era arrivata al ministro proprio durante la recente conferenza di Copragri a Matera. Evidentemente i controlli sono scattati con la massima rapidità, proprio per cogliere gli inadempienti con le “mani nel sacco”. In particolare, Gianni Fabbris con la delegazione che ha incontrato nei giorni scorsi il sottosegretario all’agricoltura Castiglione, presso la provincia di Matera, insieme al prefetto di Matera, ha denunciato come in particolare, il ritiro dell’uva da zuccheri sia crollato al di sotto di qualsiasi aspettativa di mercato.
L’uva da zuccheri l’anno scorso era stata ritirata a circa 30 centesimi di euro e improvvisamente in queste settimane il prezzo è crollato fra i 6 e gli 8 centesimi. A questa situazione, dovuta al trust di chi sta facendo incetta speculativa di prodotto nelle campagne per poter approfittare della condizione di disagio delle aziende e poter facilmente lucrare sulla pelle di chi la terra la lavora, in particolare in questo caso delle grandi concentrazioni industriali che detengono il controllo del mercato da zuccheri e che utilizzano le cantine e i raccoglitori del posto come strumenti di una operazione di speculazione, si aggiunge anche il crollo del prezzo dell’uva da tavola per cui i commercianti che avevano già stipulato contratti nei mesi scorsi e per cui avevano anche anticipato somme, approfittando della presenza dell’alluvione, utilizzano ogni mezzo per non raccogliere l’uva facendo crollare il prezzo.
Fonte: www.ilquotidianodellabasilicata.com