Nonostante l’andamento negativo della passata stagione, il settore dell’uva da tavola è in crescita, come confermato dall’aumento dei prezzi medi dei prodotti esportati che hanno fatto registrare un +37,6% nell’ultimo decennio.
Le produzioni, incentrate fino a qualche anno fa principalmente sulla varietà Italia, si stanno spostando progressivamente verso le varietà senza semi, molto apprezzate nei paesi del Centro e Nord Europa.
Lo sviluppo del settore è dovuto ad una sempre più elevata specializzazione delle aziende di medio-grandi dimensioni, dotate di notevoli infrastrutture, impianti protetti ed evolute tecnologie post-raccolta. L’obiettivo più rilevante delle aziende produttrici specializzate nell’export è la sicurezza alimentare. Esse seguono attentamente i parametri di certificazione internazionali e utilizzano tecniche di produzione integrata con l’adozione di protocolli speciali per minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare la qualità, anche in termini di sicurezza sanitaria.
L’uva da tavola rimane uno dei principali prodotti frutticoli italiani. Pur producendo solo il 6,5% dell’uva mondiale, l’Italia è al primo posto in Europa per produzione di uva da tavola ed al terzo posto nella classifica dei paesi esportatori (dopo Cile ed Egitto). Il 93% della produzione italiana proviene dalla Puglia e dalla Sicilia. I mercati più importanti per la esportazione dell’uva da tavola italiana rimangono la Germania, la Francia, la Polonia e la Svizzera. In netta crescita le esportazioni verso il Nord America e soprattutto verso i paesi del Medio Oriente.
Fonte: Fresh Point Magazine