Xylella fastidiosa in Europa già negli anni ’90, responsabile una partita di uva da tavola californiana

da Redazione uvadatavola.com

Ha già iniziato il viaggio oceanico che lo porterà nel sud della Puglia al capezzale degli ulivi malati. Alexander Purcell, entomologo di fama internazionale, è uno dei pochi esperti al mondo ad investigare da anni sui segreti e le insidie della sfuggente «Xylella fastidiosa» e degli che insetti la veicolano.

Insegna all’Università di Berkeley, nella verde e assolata California, dove il patogeno ha causato non pochi problemi ai produttori di uva già due secoli addietro (il batterio è responsabile della malattia di Pierce, non presente in Europa, ndr). In questi giorni ha raggiunto il collega Rodrigo Almeida in Francia ed insieme a lui, il 13 mattina, prenderà un volo per Bari e poi un auto per il Salento, dove sino al 16 sera sarà impegnato in una perlustrazione delle zone flagellate dal batterio.

Purcell ammette di essere galvanizzato da ciò che sta avvenendo in terra d’Otranto (ha uno scambio di informazioni quotidiano con i colleghi del Cnr e dell’Università di Bari), e si lancia in qualche supposizione. “ma avrò le idee più chiare dopo il sopralluogo”, spiega. L’entomologo parte da un chiarimento: “Non è la prima volta che Xyllella viene rilevata in Europa. E’ stata già identificata in Kosovo nel 1990, arrivata con ogni probabilità con una partita di uva da tavola californiana sfuggita alla quarantena, e poi in Francia, in Turchia. In realtà io credo che il batterio sia molto diffuso nel Mediterraneo, anche sull’ulivo, ma probabilmente in forma asintomatica, o comunque in molti casi c’è ma non si sa cosa sia”. Per cui è bene dare una informazione più precisa al momento.

E nel Salento come è arrivato? «Probabilmente non avremo mai le prove, però direi che c’è un’alta probabilità che sia arrivato con una partita di piante ornamentali». Purcell mette sotto accusa le importazioni illegali di piante «che possono ospitare il batterio senza manifestare alcun sintomo», spiega. E aggiunge: «Ora nel Salento occorre comprendere che ceppo di Xylella fastidiosa sia e quali siano gli insetti-vettore. Solo dopo queste conoscenze basilari si può pensare di elaborare una strategia». Indagini scientifiche che, sottolinea il luminare americano, come è avvenuto in casi analoghi in altre parti del mondo, avranno tutte le limitazioni che la quarantena (indispensabile quando Xylella fa la sua comparsa) comporta.

Nel frattempo precisiamo che l’osservatorio fitosanitario regionale in una nota ha sottilineato che la sub-specie riscontrata nel Salento non interessa la vite e gli agrumi.

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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