La Romania è uno dei Paesi europei con il più alto potenziale nel settore agricolo e sesta per superficie agricola utilizzata, ma si confronta con una produzione agricola molto bassa a causa della frammentazione dei terreni, l’evasione fiscale, la mancanza di formazione degli agricoltori e il basso livello di capitalizzazione nell’agricoltura.
È quanto mostra un’analisi condotta dalla società PwC Romania.
Nel 2013 la Romania aveva una superficie agricola utilizzata di 13,9 milioni di ettari, meno di quella di Francia (29 milioni), Spagna (23,6), Regno Unito (17,3), Germania (16,7) e Polonia (14,4), ma superiore a quella di Italia (13,1), Ungheria (5,3) e Bulgaria (5,1).
Il 60% della superficie totale rappresenta terreno agricolo e di questa percentuale circa due terzi sono utilizzati per le colture di cereali. La Romania è uno dei dieci più grandi esportatori di cereali del mondo (nono posto nelle esportazioni mondiali di grano e sesto posto secondo le esportazioni di mais).
D’altra parte, anche se la maggior parte della superficie viene utilizzata per i cereali, essa genera meno del 25% del totale della produzione agricola per un valore di 14,2 miliardi di euro nel 2015.
La quota dell’agricoltura sul Pil è diminuita costantemente nel corso degli ultimi 20 anni, dal 22,6% nel 1993 e meno del 5% del Pil nel 2015 a causa della trasformazione strutturale dell’economia romena da un’economia prevalentemente industriale-agraria ad una basata principalmente sui servizi.
Fonte: Ice Bucarest