Quando si parla di miglioramento genetico, si fa riferimento a un processo che sfrutta la variabilità genetica presente in natura all’interno di una specie per indirizzarne l’evoluzione nella direzione richiesta dalle esigenze dell’uomo. Proprio a partire dalla variabilità genetica presente nelle varietà tradizionali di uva da tavola e, sulla base delle tendenze moderne dei consumatori – tra cui quella dell’apirenia – il comparto italiano dell’uva da tavola, si è indirizzato verso un maggiore adeguamento della propria offerta varietale. In questo conteso, un ruolo di primo piano è giocato dai breeders locali all’opera per costruire varietà apirene innovative.
Soddisfare le esigenze mutevoli del mercato e mantenere l’identità territoriale italiana, sono questi i principali obiettivi che mirano a raggiungere i gruppi di breeders presenti a livello nazionale.
L’Italia è il primo produttore di uva da tavola a livello europeo, all’interno di essa, la Puglia è la prima regione produttrice e insieme alla Sicilia riveste circa il 94% della produzione totale nazionale (dati ISMEA). Proprio all’interno di queste due regioni, infatti, si concentra il lavoro dei principali gruppi di breeders che operano nel comparto dell’uva da tavola. A livello nazionale, tra i gruppi di breeders che stanno ottenendo risultati di particolare rilevanza emergono alcune realtà pugliesi, tra cui Nu.Va.UT, Italian Variety Club e Grape & Grape Group. Tuttavia, anche la Sicilia, seconda regione più importante per la produzione di uva da tavola in Italia, si è attivata per avviare programmi di breeding finalizzati alla costituzione di nuove varietà con particolare attenzione per quelle apirene.
SicilGrape (Università di Catania, CREA di Acireale, Csei Catania, Opas Mazzarrone)
Gruppo operativo nato nel 2018 nel comune di Mazzarrone (CT) grazie al progetto INNOVITIS (innovazioni sostenibili di processo e di prodotto per il miglioramento dell’uva da tavola siciliana) finanziato dal PSR. Soggetto capofila del progetto è l’OPAS (Organizzazione di Produttori Agricoli Siciliani), al lavoro in collaborazione con la Regione Sicilia, le Università di Catania e Palermo, il CREA-OFA (Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura) di Acireale e il Csei (Centro Studi per l’Economia applicata all’ingegneria). Obiettivo principale dell’iniziativa è trasferire innovazioni varietali e tecniche di gestione avanzate alle aziende produttrici di uva da tavola del comprensorio della IGP Uva di Mazzarrone, tra i principali poli produttivi della Sicilia, insieme a quello di Agrigento con l’area limitrofa di Canicattì. Per testare le varietà di uva da tavola e le nuove tecniche di utilizzazione del suolo e di irrigazione, all’interno delle aziende partner del progetto sono stati allestiti dei campi sperimentali. Dai risultati ottenuti durante i primi anni di valutazione in campo, è emerso che alcuni ibridi possono produrre acini con caratteristiche soddisfacenti in termini di sapore, dimensione e forma. In seconda battuta, la valutazione ha posto attenzione sul carattere dell’apirenia, con risultati significativi che hanno infatti evidenziato un 21% di piante completamente privo di semi, un 18% con vinacciolo erbaceo e solo il 12% con vinacciolo semilegnoso. La selezione è poi andata avanti prendendo in esame il grado di precocità delle bacche, rivelatosi particolarmente interessante nel caso di uve bianche apirene. A conclusione del progetto, sono state infine selezionate sei varietà di uva da tavola apirene a bacca rossa, bianca e nera attualmente oggetto di valutazione da parte del CPVO.
Agriunitech srl (Università di Catania)
Attiva dal 2019, la società Agriunitech srl, spin-off dell’Università degli Studi di Catania, sviluppa e offre servizi nel settore biotecnologico in favore delle imprese del settore agroalimentare, supportando i comparti del settore agricolo, in particolare quelli interessati alle specie da frutto. Nello specifico, i servizi offerti riguardano l’attività di breeders, con la costituzione, selezione e valutazione di nuove varietà, e lo sviluppo di protocolli di coltura in vitro per la propagazione di piante di interesse agrario. Tutte attività che, oltre ad aver sostenuto anche il progetto INNOVITIS, continuano a rappresentare la mission della società siciliana. A conclusione del progetto, infatti, Agriunitech non ha concluso la sua attività. Al contrario, ha continuato a operare e investire nel rinnovamento varietale dell’uva da tavola, e attualmente è al lavoro per la valutazione di diversi genotipi apireni che, seppur già sottoposti ad analisi in campo, necessitano di essere esaminate in diversi ambienti pedoclimatici, al fine di poter sottoporre a privativa vegetale i genotipi dalle caratteristiche migliori.
Conclusioni
Com’è evidente, il lavoro di ricerca richiede tempo e prove continue. La volontà di poter offrire al comparto nuove varietà sempre più rispondenti alle esigenze di mercato, però, non manca e tanti sono già i risultati ottenuti. E questo nonostante una frammentazione interna che spesso impedisce una programmazione efficace e un approccio sul mercato differente. Nel caso specifico della viticoltura italiana, appare dunque sempre più urgente la necessità di fare fronte comune, eliminando le divisioni e racchiudendo entro una prospettiva condivisa i risultati ottenuti dal mondo della ricerca.
Le sfide per la viticoltura da tavola italiana incombono e poter presentarsi sul mercato con un comparto coeso è sempre più indispensabile non solo per produrre meglio, ma anche per produrre ancora.
Donato Liberto
©uvadatavola.com