In totale fanno 340mila tonnellate di alimenti buttati nel cestino annualmente, pari ad un valore di 3,75 milioni di euro. Numeri che allarmano e che hanno bisogno di politiche adeguate per ridurre il dato pro capite dello spreco alimentare in Toscana. A sottolinearlo sono la Cia e l'Anp della Toscana che nei giorni scorsi a Firenze hanno presentato una pubblicazione dal titolo "La cucina degli avanzi - attraverso le ricette contadine"; una prima iniziativa in un percorso fra i cittadini-consumatori che deve portare ad una consapevolezza maggiore sul tema degli sprechi a tavola.
"E' dall'abbondanza e dalla mancanza di cultura che nasce e si alimenta lo spreco e il poco rispetto per il cibo - commenta Enrico Vacirca, segretario Anp Toscana-; è proprio dagli avanzi, invece, che sono nati i piatti che rappresentano la tradizione culinaria della Toscana. Con questa ricerca e questa pubblicazione vogliamo contribuire a non sprecare il cibo, e rendere tutti un po' più consapevoli".
In Toscana (leggermente sotto alla media nazionale con uno spreco pro capite di 94 kg/anno) il 38% dei consumatori butta via alimenti scaduti o andati a male meno spesso di una volta al mese; il 42% una volta al mese; il 17% ogni settimana; mentre il 3% ogni giorno (in Italia 8%). Mensilmente vengono buttati in pattumiera in Toscana 28 euro di cibo a persona (media Italia 28,6 euro).
"C'è bisogno - afferma Giordano Pascucci, direttore Cia Toscana - di maggiore consapevolezza da parte di tutti continuando a lavorare seriamente sullo sviluppo e l'implementazione di programmi di prevenzione dei rifiuti e sostenendo tutte le iniziative pubbliche e private per il riciclo e la donazione dei prodotti alimentari invenduti e contro lo spreco. Le cifre ancora alte degli sprechi alimentari non sono solo una vergogna da un punto di vista socio-economico, ma anche da quello ambientale: basti pensare, infatti - conclude Pascucci -, che una sola tonnellata di rifiuti organici genera 4,2 tonnellate di CO2. In questo senso la recente legge sullo spreco alimentare (approvata in Senato lo scorso 2 agosto) è un fatto in avanti molto positivo».
A livello domestico fra i prodotti acquistati si sprecano il 17% degli ortofrutticoli; il 15% di pesce; il 28% di pasta e pane; il 29% di uova; il 30% di carne e il 32% di latticini.
Il 42% della popolazione non è a conoscenza degli ingenti sprechi di cibo a livello globale; il 50% si limita allo stretto necessario; il 47% compra di più di quello che serve; il 2% compra molto di più di quello che serve. Purtroppo in Italia il 13% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni.
LA CUCINA DEGLI AVANZI - "E' una ricerca per valorizzare e promuovere la cultura della riutilizzazione degli avanzi del cibo -sottolinea Vacirca- nell'ottica di non sprecare e di avere comunque prodotti tipici e di qualità. La ricerca bibliografica ha avuto come oggetto l'indagine sulla storia della cucina degli avanzi e di alcune ricette tradizionali delle aree rurali di cui gli avanzi della cucina sono componenti principali. Obiettivo della ricerca è far conoscere come, anche dagli avanzi di cucina, si possano fare altri piatti di interesse gastronomico e di qualità oltre che culturale. Finalità del progetto è quella di diffondere una cultura che mira a non sprecare il cibo".
Nella pubblicazione, realizzata con il contributo della Regione Toscana, possiamo trovare gustose ricette della tradizione contadina toscana, facilmente realizzabili anche a casa con i cibi altrimenti destinati alla pattumiera. Cibi ancora buonissimi che possono dare vita a piatti sani e appetitosi. Dalla frittata di pane alla ribollita, passando per la zuppa alla frantoiana e alla pasta pizza; senza dimenticare i ravioli del giorno prima e le polpette con gli avanzi di carne. E la presentazione della pubblicazione "La cucina degli avanzi" si è conclusa con una degustazione di piatti realizzati con i prodotti spesso destinati allo scarto, a cura dell'agrichef livornese Lia Galli.
Fonte: CIA