Sagra dell’Uva di Rutigliano, Raul Calleja: “Diversificare, aggregare i produttori ed esportare in Paesi extra UE”

da Redazione uvadatavola.com

Le produzioni ortofrutticole italiane, e pugliesi in particolare, devono difendere la loro specificità sul mercato globale.

“I produttori devono concentrarsi su alcune cultivar capaci di esprimere al meglio le specificità uniche del proprio territorio. Altrimenti c’è il rischio di proporre sul mercato un unico prodotto”, Raul Calleja, direttore generale di Fruit Attraction di Madrid,  è stato chiaro nel corso dell’incontro tenutosi a Rutigliano (BA), in occasione della 54esima Sagra dell’Uva. Raul, invitato ed ospitato in Terra di Bari dall’Amministrazione Comunale di Rutigliano grazie all’imprenditrice Teresa Diomede, ha spiegato le ragioni del successo della fiera ortofrutticola di Madrid che, in soli 10 anni, ha raggiunto i 70mila visitatori e conta 1.600 espositori, per il 10% provenienti dall’Italia.

“La nostra Fiera – ha continuato il direttore di Fruit Attraction – è cresciuta perché abbiamo investito in comunicazione, in servizi agli espositori, in marketing e grazie alla nostra rassegna le imprese ortofrutticole spagnole hanno diversificato i propri mercati di esportazione, passando da privilegiare i rapporti con le Nazioni comunitarie a una notevole incidenza oggigiorno delle esportazioni verso i Paesi extra-UE. Un risultato al quale possono puntare anche le imprese italiane e pugliesi”. Sarebbe quindi opportuno non solo competere con la Spagna, ma collaborare per diversificare produzioni e mercati di sbocco del prodotto. L‘aggregazione è decisiva per il comparto e l’esperienza iberica lo dimostra.

“Calleja ha visitato alcune importanti aziende del territorio, come Giuliano Puglia Fruit, Orchidea Frutta , Fra.Va., ponendo così le basi per avviare una collaborazione di lungo corso”, ha dichiarato Giuseppe Valenzano, assessore all’Agricoltura e Marketing Territoriale del comune di Rutigliano.

Dalla tavola rotonda sono emerse riflessioni importanti sugli aspetti legati alle logiche distributive, agli strumenti a sostegno del settore dell’uva da tavola, alle sfide che il mondo della comunicazione propone. I nuovi strumenti dovrebbero aiutare produttori ed esportatori ad “educare” i consumatori nell’acquisto di produttori di qualità e sicuri.

Interessante è stato anche il riferimento ai cambiamenti climatici in atto, infatti si è anche discusso della tropicalizzazione del clima. “Gli eventi estremi – ha detto durante il forum Daniele Contini, ricercatore del Cnr a Lecce all’Istituto di Scienza del Clima – sono frequenti purtroppo. Le temperature sono in aumento, le precipitazioni piovose sono brevi e violente. Con il passare del tempo molte colture mediterranee si sposteranno verso il Nord Italia modificando in profondità la mappa delle aree agricole oggi vocate all’ortofrutta”.

“Per questo bisognerà non solo saper produrre e vendere bene, ma anche conservare al meglio il prodotto sia per poterlo trasportare in mercati sempre più lontani che per raccoglierlo e conservarlo in ottimo stato – ha sottolineato Carlo Di Renzo (Università della Basilicata) – attraverso innovazioni di processo che potrebbero determinare avanzamenti significativi nel post-raccolta, aprendo all’uva italiana nuove destinazioni anche su lunghi tragitti”.

“Mai come in questo momento – ha concluso l’assessore Valenzano –  Occorre attivare collaborazioni e fare rete all’insegna dell’aggregazione dei produttori, e cercare sbocchi all’estero anche grazie alle rassegne specializzate”.

 

Autore: La Redazione
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