Vite da tavola, i fattori che influenzano lo sviluppo delle radici

da Redazione uvadatavola.com

Lo sviluppo dell’apparato radicale ha effetti diretti sulla produttività della vite e molti dei problemi produttivi che possono verificarsi possono trarre origine proprio da condizioni avverse allo sviluppo radicale e danni diretti alle radici.

I peli radicali sono direttamente coinvolti nell’assorbimento di acqua e nutrienti e sono molto sensibili al verificarsi di condizioni avverse. L’attività metabolica delle radici assorbenti della vite è massima nei primi 10 – 15 giorni, per poi decrescere e stabilizzarsi su valori minori e più o meno costanti fino alle 6 settimane di età, in relazione alle condizioni pedo-climatiche. Secondo la conoscenza comune, la produzione di radici assorbenti nella vite in regioni a clima temperato avviene idealmente durante tutta la stagione vegetativa, seguendo un andamento bimodale in quanto vi sono due picchi di accrescimento tendenzialmente in corrispondenza delle fasi di pre-fioritura (principale) e dopo la maturazione (principalmente post-raccolta).

Perciò è molto importante, stimolare un costante turn-over radicale per mantenere un tasso positivo tra natalità e mortalità radicale nelle diverse fasi fenologiche della vite.

Per stimolare lo sviluppo continuo di radici assorbenti e migliorare la produttività è necessario:

  • evitare anossia radicale migliorando struttura e tessitura del terreno (evitando compattazione e favorendo il drenaggio di acqua al di sopra della capacità idrica di campo),
  • mantenere un adeguato livello di umidità del terreno,
  • evitare stress salini attraverso adeguati programmi di nutrizione e
  • gestire eventuali attacchi di funghi radicali, di nematodi e insetti. 

Altri fattori che possono influenzare lo sviluppo radicale della vite, sono riconducibili alla diffusione della luce nel vigneto (gestione della chioma), al carico produttivo (competizione nutrizionale con gli altri organi), al tipo di portinnesto e ad alcune tecniche agronomiche utilizzate in viticoltura da tavola (es. incisione anulare).

Radici come deposito
L’apparato radicale ha anche funzione di deposito delle sostanze di riserva costituite dai fotosintetati trasportati attraverso il floema. La vite inizia ad accumulare sostanze di riserva nelle radici a partire da fine primavera/inizio estate e fino alla fine dell’inverno, raggiungendo un picco massimo di accumulo durante il periodo di completo riposo.

 

Le sostanze di riserva sosterranno lo sviluppo della pianta durante le prime fasi della ripresa vegetativa fino a quando l’apparato fogliare non sarà abbastanza sviluppato da sostenere il metabolismo della pianta attraverso i prodotti della fotosintesi. Le sostanze accumulate sono principalmente carboidrati (amido), composti azotati (arginina) ed altre sostanze (come P e K).

L’arginina è un amminoacido utilizzato dalle specie caducifoglie come principale forma di accumulo di azoto, vite compresa. Questo amminoacido viene accumulato indicativamente a partire dall’autunno fino raggiungere il picco in pieno inverno; viceversa, la mobilitazione verso la chioma (e verso gli apici radicali) inizia, a partire dalla primavera a sostegno della fase di ripresa vegetati-va, per arrestarsi a fine estate. L’arginina è un importante indicatore della nutrizione azotata della pianta, ma anche un importante indicatore metabolico che fornisce informazioni utili a pianificare strategie nella stagione seguente.

carboidrati vengono accumulati sotto forma di amido negli organi legnosi, in misura maggiore nelle radici; l’accumulo inizia a fine primavera e raggiunge il picco in pieno inverno, mentre la mobilitazione verso gli organi di nuovo accrescimento, inizia al germogliamento e si protrae fino al secondo picco di produzione delle radici assorbenti. Contare su un buon livello di amido accumulato è di vitale importanza per sostenere lo sviluppo dei germogli nelle prime fasi e per sostenere la fioritura.

L’accumulo di fosforo (P) avviene con un andamento simile a quello dell’arginina mentre la mobilitazione verso gli organi di accrescimento avviene leggermente più tardi, sostiene dal punto di vista energetico il germogliamento e contribuisce a stimolare e favorire il primo picco di accrescimento delle radici assorbenti.

Il potassio (K) viene principalmente accumulato negli organi aerei, tuttavia con livelli adeguati di K accumulato nelle radici si ha un miglior  germogliamento. Il monitoraggio di questi indicatori restituisce diverse informazioni utili e va eseguito attraverso analisi delle radici di almeno due anni di età prelevando il campione nel momento di massimo riposo della pianta, ovvero quando le sostanze di riserva hanno raggiunto il picco massimo di accumulo nelle radici.

 

Testo e Foto: Luca Montemurro, agronomo
luca.montemurro@hotmail.it

Si ringrazia Gonzalo Allendes Lagos (Gerente Tecnico Corporativo AGQ Labs) e Giovanni Manca (Delegato Sud Italia AGQ Labs) per la giornata tecnica (durante la quale sono state scattate le foto che corredano l’articolo) di approfondimento in vigneti pugliesi, a cui hanno preso parte alcuni agronomi tecnici di campo e la redazione di uvadatavola.com.

 
 

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