“Negli ultimi 20 anni sono aumentati i prezzi di tutti i prodotti con un’unica eccezione: il valore riconosciuto ai produttori agricoli di ogni settore”.
“La principale e più importante battaglia del mondo agricolo in futuro sarà: riequilibrare i rapporti di forza. Tra chi? Tra produttori, GDO e parte industriale”. Torna con queste parole Raffaele Carrabba, presidente di CIA Puglia, sull’annoso problema dei prezzi ai produttori.
LO SCANDALO DEI PREZZI NEL 2021
Chiunque fornisca una prestazione o un prodotto, visti gli incrementi di energia e materie prime, ha aumentato i prezzi. Il principio sembra però non valere per gli agricoltori. Emblematica la vicenda che ha riguardato il prezzo del latte in stalla. Il prezzo riconosciuto ai produttori, attualmente, è lo stesso del 1997: attorno ai 45 centesimi, che corrispondono alle 900 lire di un quarto di secolo fa.
CILIEGIE E ANGURIE
Ai produttori pugliesi, anche per le varietà più pregiate di ciliegie, nel 2021 è stato riconosciuto un prezzo ridicolo rispetto a quello esposto nei supermercati. In molti hanno rinunciato anche a raccogliere.
In estate, è scoppiato il caso delle angurie: una bottiglia d’acqua minerale da un litro è pagata più di quanto riconosciuto ai produttori per un chilo di anguria. E non è tutto.
Anche i rifiuti alimentari che finiscono nella pattumiera, in molti casi, hanno un costo di conferimento in discarica superiore al valore accordato agli agricoltori per i loro prodotti.
Con una differenza sostanziale: per seminare, coltivare e poi raccogliere, i produttori investono, lavorano, si accollano costi e rischi altissimi, per poi trovarsi spesso nelle condizioni di dover lasciare il raccolto nei campi a marcire.
POMODORO E UVA DA TAVOLA
In agosto e settembre, lo scandalo dei prezzi al ribasso ha riguardato prima il pomodoro da industria e poi l’uva da tavola.
Prezzi medi inferiori a quelli del 2020, un aumento della bolletta energetica e dei costi di produzione fino al 50%.
Il settore dell’uva da tavola pugliese ha affrontato una crisi di sistema che ha chiamato in causa la GDO e gli importatori, su cui pendono gravi responsabilità nel determinare uno stato di pesante sofferenza del sistema economico agricolo.
IL PUNTO DI NON RITORNO
“Siamo di fronte a una situazione drammatica – spiega, concludendo, Carrabba – Energia elettrica, gasolio, materiali di confezionamento, il costo di ogni singolo elemento è aumentato in modo rilevante: tutto aumenta, tranne i prezzi riconosciuti agli agricoltori. Siamo ormai arrivati al punto di non ritorno, con tante aziende poste di fronte al dilemma sul se e come continuare a produrre. Anche la campagna olivicola ha vissuto e sta continuando a vivere una situazione preoccupante . Su questa drammatica problematica, è necessario che le istituzioni si attivino a tutti i livelli, a partire da quello europeo e nazionale, fino a coinvolgere le regioni”.
Comunicato stampa a cura di: Cia Puglia