I danni strutturali subìti dal porto di Coquimbo in seguito al terremoto verificatosi in Cile lo scorso settembre, stanno duramente colpendo le esportazioni di frutta e verdura.
Secondo i dati dell’Associazione degli Esportatori di Frutta del Cile (ASOEX), fino a fine gennaio dal porto cileno sono state spedite circa 2 mila tonnellate di uva da tavola, ovvero il 94% in meno rispetto alla stessa data della stagione precedente.
L’utilizzo di altri porti non è risolutivo, ma molti esportatori si sono dovuti adattare. Infatti i siti di Caldera e Valparaiso si trovano a 450-500 km da Coquimbo, e per raggiungerli servono 1-2 giorni prima che la frutta possa essere caricata sulle navi.
Oltre all’aumento dei costi di trasporto, considerando le lunghe tratte commerciali, i giorni “extra” potrebbero favorire una maggiore deperibilità del prodotto.
Fonte: Semanario Tiempo
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