Comparto cerasicolo pugliese: un’altra interpretazione della coltura specializzata

da Redazione uvadatavola.com

Sembra una sfida improbe ed epocale, ma non si deve dimenticare, nelle stesse zone cerasicole, cos’era la viticoltura da tavola degli anni ’70 rispetto al panorama odierno.

A livello più generale, si ricordi che l’Italia ha vissuto la stagione del dopoguerra proponendo al mondo una propria visione della frutticoltura, con soluzioni tecniche, vivaistiche, varietali e tecnologiche adottate dappertutto e che fanno parte del patrimonio globale.

Oggi tutte queste componenti sono presenti con la possibilità della prossima programmazione comunitaria che potrà sostenere gli investimenti. La necessità di cambiare, deriva anche dalla consapevolezza che i cambiamenti climatici richiedono adeguate risposte, anche per valorizzare al meglio le varietà oggi disponibili.

Le coperture contro la pioggia, indispensabili per la coltivazioni di varietà di pregio – l’esempio più stretto riguarda la serie Sweet dell’Università di Bologna – come anche quelle con reti per la difesa passiva contro la mosca delle ciliegie e la Drosophila suzukii, rappresentano ormai investimenti non più procrastinabili per assicurare produzioni di qualità a prescindere dal rischio delle intemperie e dei danni causati da organismi nocivi di nuova introduzione.

In questo, i tecnici devono mostrare più interesse verso l’innovazione ed essere continuamente animati da quella vivacità verso la ricerca ed adozione di soluzioni idonee per ogni condizione di coltivazione. Il mondo dell’istruzione superiore ed universitaria riveste un ruolo fondamentale, perchè deve essere in grado di formare figure professionali capaci di ben interpretare la frutticoltura del terzo millennio, coniugando valorizzazione territoriale, rispetto dell’ambiente e sostenibilità dei nuovi modelli gestionali.

Alla pari di altre colture specializzate (in Puglia l’esempio ricorre ancora all’uva da tavola), in futuro anche il ciliegio dovrà seguire un’evoluzione. Sparirà la cerasicoltura familiare, a contorno e sostegno di redditi di operatori non professionalmente impegnati in agricoltura.

Di pari passo, anche se ci sarà una contrazione delle superfici, la maggiore dotazione strutturale degli impianti (vedi coperture), una migliore tecnica agronomica associata all’innovazione varietale, una maggior attenzione al raggiungimento degli standard qualitativi richiesti dal mercato, di certo miglioreranno le performance produttive, dando nel contempo soddisfazione ai coltivatori per una accresciuta redditività della coltura.

Un’altra possibilità di segmentare l’offerta verso più elevati livelli qualitativi, per realizzare redditività maggiori, potrà avvenire per le produzioni sviluppate nell’ambito dell’agricoltura biologica, in particolare per le varietà a maturazione precoce e media, sicuro meno problematiche per il controllo della mosca delle ciliegie.

 

 

Autore: Agrimeca Grape and Fruit Consulting srl – Turi (Bari)

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