Negli ultimi decenni sono aumentati i cosiddetti 'food shocks', cioè le improvvise perdite di raccolti o di bestiame, per la combinazione di eventi climatici estremi e problemi geopolitici.
La tendenza è registrata dalla ricerca di Squadrati "Italiani che parlano di cibo: un dibattito infinito" commissionata da Coca-Cola.
Oltre un terzo della frutta e verdura coltivata in Europa non riesce mai ad arrivare negli scaffali dei negozi perché troppo 'brutta', di forma o dimensioni sbagliate secondo gli standard di consumatori e supermercati.
Liberi dagli stereotipi e addirittura, in alcuni casi, più attenti delle donne sul controllare quello che si mangia. Insomma, citando luoghi comuni, non ci sarebbero più gli uomini di una volta.
Produzione agricola globale è in crescita costante con un livello record nel 2017 per alcuni cereali, tipi di carne, latticini e pesce, ma il calo demografico farà calare la domanda globale di cibo.
Una ricerca rivela che ogni giorno negli Stati Uniti viene sprecato quasi mezzo kg di cibo a persona, per un totale di 150mila tonnellate.
Un modo semplice per migliorare l'umore? Mangiare frutta e verdure fresche e 'al naturale' (quindi in alcuni casi possibilmente crude), rispetto che cotte, lavorate o in scatola.
L’Italia si conferma un punto di riferimento a livello internazionale non solo per la qualità dei suoi prodotti agricoli, ma anche per la sicurezza alimentare.
L’uva si può considerare una vera miniera d’oro, un frutto da cui si possono ricavare un’infinità di prodotti diversi, da oggi anche per conservare cibi e cosmetici.
L'export agroalimentare italiano si appresta quest'anno ad oltrepassare i 40 miliardi di euro, spinto dalla crescita nelle vendite oltre frontiera di vino, salumi e formaggi con aumenti stimati tra il 7 per il vino e il +9% per i formaggi.
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