Muffa grigia della vite: come si può controllare?

Conosciuta anche come muffa grigia, questa patologia può compromettere i grappoli in fase di maturazione e post-raccolta. Quali sono le migliori strategie per gestirla?

da Redazione uvadatavola.com
botrite della vite - muffa grigia

La muffa grigia, è una malattia causata principalmente da Botrytis cinerea, un fungo patogeno che infetta i grappoli durante la fase di maturazione. Tuttavia, il suo impatto non si limita solo nella fase di produzione in vigneto. La muffa grigia è infatti una delle principali cause di perdite anche nella fase di post-raccolta, compromettendo la conservabilità dell’uva da tavola. Le condizioni climatiche sfavorevoli, la presenza di microlesioni sugli acini e una gestione inadeguata del vigneto sono fattori chiave che favoriscono lo sviluppo della malattia, rendendo necessario un approccio integrato e mirato per tutelare sia il raccolto che la sua qualità durante lo stoccaggio e la distribuzione.

Sulle uve precoci la sua presenza è in molto casi limitata o assente, mentre nelle uve tardive e, soprattutto nei tendoni coperti per il posticipo della raccolta, il fungo può causare danni economici anche rilevanti. Sui germogli le infezioni possono interessare le parti apicali, foglie e nodi con imbrunimenti iniziali e formazione di efflorescenza grigia. Nei periodi piovosi, specialmente nelle fasi di fine fioritura e in quella della sfogliatura i conidi di B. cinerea possono penetrare negli organi vegetativi.

Più di un agente causale nella botrite

La muffa grigia è principalmente attribuita a Botrytis cinerea, ma numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che questo patogeno presenta una elevata diversità genetica con selezione di più ceppi e biotipi resistenti a diversi fungicidi.

Le cause della muffa grigia e il suo impatto sulla vite

Botrytis cinerea è un patogeno opportunista che si manifesta soprattutto in presenza di condizioni climatiche favorevoli, come elevata umidità e temperature moderate. Pur rilevando la sua presenza nel periodo della fioritura, nella maggior parte delle annate rimane in forma saprofizia senza manifestare sintomi o danni alla vegetazione. Sulla vegetazione, infatti, le infezioni sono meno frequenti, mentre particolarmente sensibili all’infezione risultano i grappoli, in particolare durante due fasi:

  • durante la fioritura, quando le secrezioni dello stigma favoriscono la germinazione dei conidi del fungo, che penetrano negli acini in formazione e rimangono latenti fino all’invaiatura;
  • durante la maturazione, quando il fungo trova condizioni ideali per proliferare, a causa di una maggiore presenza di zuccheri sulla cuticola che ne consentono una più facile aggressione dell’acino, ma soprattutto in presenza di microlesioni sugli acini che favoriscono la penetrazione delle ife fungine. Queste lesioni possono essere causate da diversi fattori, sia biotici, tra cui infestazioni non controllate di tignole, danni da tripidi e infezioni di oidio, sia abiotici, come lesioni causate da grandinate o microlesioni provocate da errati apporti irrigui (es: craking).

Strategie di prevenzione e gestione della muffa grigia della vite

Per limitare i danni causati da B. cinerea, è essenziale adottare un approccio integrato che combini buone pratiche agronomiche con interventi, sia biologici che chimici mirati a prevenire le infezioni del patogeno. Tra le pratiche agronomiche, particolare influenza nella prevenzione hanno interventi come la sfogliatura (potatura verde) per migliorare la circolazione dell’aria, la razionalizzazione degli apporti irrigui per evitare stress idrici, la riduzione degli apporti azotati e la corretta gestione del calcio, utile a rafforzare la struttura degli acini. Queste pratiche non solo limitano il rischio di infezione, ma migliorano anche la resilienza complessiva della pianta.

botrite della vite - uva da tavola

Quando intervenire?

L’utilizzo di centraline meteorologiche e modelli previsionali, rappresenta un valido supporto per monitorare le condizioni microclimatiche del vigneto e individuare i momenti più critici per l’intervento, contribuendo a supportare le decisioni fitosanitarie. Nonostante ciò, bisogna considerare che esistono delle fasi fenologiche nelle quali si ritiene necessario intervenire in modalità preventiva, tra cui:

  • periodo fiorale o post-fiorale (principalmente in caso di condizioni climatiche particolarmente favorevoli allo sviluppo del fungo);
  • in fase di pre-chiusura del grappolo;
  • durante la fase di invaiatura;
  • prima della raccolta nel rispetto dei tempi di carenza.

Difesa biologica: un approccio sostenibile

La protezione del vigneto dalla botrite con sostanze biologiche sta guadagnando sempre più importanza grazie alla crescente attenzione verso la sostenibilità in agricoltura. Diversi agenti biologici, come Aureobasidium pullulans, Bacillus subtilis, Pythium oligandrum, Trichoderma atroviride ceppo SC, Saccharomyces cerevisiae si sono dimostrati efficaci nel contrastare la muffa grigia. Questi organismi agiscono per antagonismo, parassitismo o competizione, limitando lo sviluppo del patogeno e riducendo la diffusione delle infezioni. Anche prodotti naturali come il bicarbonato di potassio e gli estratti a base di eugenolo, geraniolo e timolo possono essere utilizzati come strumenti di controllo biologico. Tuttavia, per ottenere risultati significativi, questi interventi devono essere integrati in un piano complessivo di gestione del vigneto. Non vanno poi trascurati interventi con induttori di resistenza come Cerevisane e Laminarina che stimolano i meccanismi di difesa della pianta nei confronti delle avversità fungine.

Difesa chimica: un’arma necessaria ma da usare con cautela

Nonostante l’efficacia dei fungicidi chimici nel contrastare la botrite, il loro utilizzo deve essere attentamente pianificato per minimizzare l’impatto ambientale e rispettare le normative vigenti. È importante scegliere formulati che presentino tempi di carenza adeguati e molecole a rapida degradazione. Tra i principi attivi utilizzati, si distinguono per la loro efficacia, pyrimethanil, cyprodinil, fludioxonil, fenexamid, boscalid, che oltretutto si caratterizzano per l’assenza di ARfD (Acute Reference Dose), un parametro tossicologico utilizzato per valutare il rischio derivante dall’assunzione con il pasto giornaliero della singola sostanza chimica.

Conclusioni

La lotta alla botrite richiede una strategia integrata che combini prevenzione, difesa biologica e interventi chimici mirati. Monitorare le condizioni climatiche, mantenere un vigneto sano attraverso pratiche agronomiche adeguate e scegliere prodotti efficaci ma sicuri sono passi fondamentali per limitare i danni della muffa grigia. Con un approccio attento e bilanciato, è possibile proteggere la produzione di uva da tavola e garantire produzioni soddisfacenti in termini di rese e qualità.

 

Donato Liberto
©uvadatavola.com

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