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Attualità

Embargo, 50 mila tonnellate di ritiri per l’Italia: 15.300 mila sono susine, kiwi e uva da tavola

da Redazione uvadatavola.com 18 Luglio 2015
18 Luglio 2015
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Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che a Bruxelles la Commissione ha presentato al competente Comitato di gestione il progetto di regolamento europeo per nuove misure a favore del settore ortofrutticolo colpito dall’embargo russo.

Il provvedimento passerà ora all’esame del collegio dei Commissari e si prevede una sua approvazione finale entro il 31 luglio in modo che sia operativo già a inizio agosto. La sua durata è fino al 30 giugno 2016.

Per l’Italia è previsto un plafond di ritiri complessivo di circa 50 mila tonnellate di prodotto e in particolare di: mele e pere (17.500 tonnellate), pesche e nettarine (9.200 tonnellate), agrumi (3.300 tonnellate), susine, kiwi e uva da tavola (15.300 tonnellate) e altri ortaggi (650 tonnellate). A questo si aggiunge anche un ulteriore plafond da 3 mila tonnellate che può essere gestito a livello nazionale.

Le tipologie di azioni ammesse sui prodotti ortofrutticoli oggetto del regolamento riguardano: ritiro dal mercato e destinazione agli indigenti, mancata raccolta e raccolta verde.

“Abbiamo chiesto fortemente un intervento della Commissione – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – che potesse andare incontro alle aziende danneggiate dall’embargo russo. Si tratta di una risposta necessaria, che conferma i quantitativi che erano previsti per i nostri produttori lo scorso anno e introduce il ritiro di pesche e nettarine come da noi richiesto anche nell’ultimo Consiglio a Bruxelles. L’attivazione di questo sostegno è frutto anche del grande lavoro fatto già da maggio dal Ministero insieme a Francia e Spagna nell’ambito del Comitato misto. Le misure, poi, consentono la donazione agli indigenti della frutta che non va sul mercato e mi auguro che gran parte dei quantitativi possa essere destinato a questa finalità. Sullo sfondo resta comunque la necessità di intervenire presto in Europa per aggiornare gli strumento di contrasto alle crisi del settore, per essere davvero in linea con le esigenze delle imprese”.

 

Fonte: politicheagricole.it

 
 
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