Alternative per il contenimento della muffa grigia in post-raccolta

da Redazione uvadatavola.com

Un interessante studio relativo al contenimento della muffa grigia in postraccolta è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Postharvest Biology and Thecnology.

Lo studio, condotto da una equipe di ricercatori italiani, israeliani e californiani, ha valutato il comportamento di differenti metodi di difesa alternativi all’uso di fungicidi di sintesi sul contenimento della Botritys cinerea in post raccolta. Nel lavoro di ricerca è stata analizzata l’efficacia di:

  • agenti microbici per il biocontrole lo, comMuscodor albus e Hansienaspora uvarum;
  • composti antimicrobici naturali come sali (tetraborato di potassio, carbonato di sodio, cloruro di calcio), chitosano, gel di Aloe vera, oli essenziali di Ocimum sativum, Thymus vulgaris e Satureya hortemis;
  • altri composti ad azione sanificante come acido acetico, etanolo, acqua elettrolizzata;
  • metodi fisici, come irradiazione con UV-C, trattamenti a bassa e alta pressione atmosferica, confezionamento ad atmosfera controllata con alta concentrazione di CO2.

Le conclusioni a cui lo studio giunge (l’intera pubblicazione e consultabile, in lingua inglese, cliccando qui) indicano che un singolo metodo alternativo non è capace di controllare in maniera efficace lo sviluppo di muffa grigia su uva da tavola in post-raccolta quanto lo sono i tradizionali metodi chimici.

Tuttavia la combinazione di due o più approcci permette di ottenere risultati interessanti sul contenimento del patogeno. È il caso del chitosano, la cui efficacia è accentuata dal contemporaneo utilizzo di etanolo e radiazioni UV-C. Risultati analoghi si ottengono combinando il confezionamento in atmosfera controllata con oli essenziali.

 

Fonte:  Postharvest Biology and Thecnology

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