Acquistare frutta e verdura brutta ma buona purchè siano scontate. È quanto pensa il’81% dei consumatori che fanno la spesa nei supermercati e nei discount, con atteggiamenti diversi tra generi e fasce di età.
Questo emerge da una ricerca che condotta negli Stati Uniti e in alcuni Paesi dell’Unione Europa dalla società di analisi Blue Yonder.
Un settore, quello dell’ortofrutta imperfetta, in forte crescita, basti pensare che il recupero e il suo reinserimento nei canali commerciali riguarda circa il 10% della produzione in circolazione in Europa, tra i 100 e i 200 milioni di tonnellate, per un giro d’affari miliardario del tutto innovativo ancora inesplorato. Al momento, sono solo tre le società europee specializzate in questo settore, oltre ai grandi fornitori che sono organizzati per ‘rinnovare’ la vita commerciale ai prodotti scartati. In Italia, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg lo spreco alimentare vale circa 16 miliardi di euro pari a circa l’1% del Pil nazionale che si traduce in un costo per famiglia di circa 30 euro al mese.
Secondo la ricerca a dimostrare una maggiore predisposizione a comprare questi prodotti buoni ma non belli per quanto riguarda l’aspetto, sono più le donne che gli uomini, come anche più i giovani che gli anziani. Gli ultra 55enni, infatti, sono di gran lunga i meno propensi ad acquistare prodotti imperfetti, con il 42% che dichiara di non prendere nemmeno in considerazione questa possibilità. Chi poi acquista on line è ancora più intransigente: la percentuale dall’81% scende al 52%, essendo un canale dove non è ammessa alcuna imperfezione, forse proprio perché il prodotto non può essere scelto e visto. Paese che vai atteggiamento che trovi. La maglia rosa va alla Francia dove il 93% di chi compra al supermercato è disposto ad acquistare prodotti imperfetti purchè siano scontati, seguiti da Germania (85%), Regno Unito (80%) e Stati Uniti (66%).
Fonte: ansa