Nel 2016 i consumi di frutta e ortaggi freschi sono cresciuti a volume del +2,2% rispetto al 2015 (oltre 9 milioni di tonnellate vendute in tutti i canali, 152 kg pro capite consumati), un segnale incoraggiante rispetto ai trend negativi registrati negli ultimi anni.
Queste sono le novità emerse dall’analisi di Nomisma predisposta in occasione di MACFRUT BIO – sezione speciale della fiera internazionale dell’ortofrutta dedicata per la prima volta alla produzione naturale.
All’interno del paniere ortofrutticolo, l’ortofrutta biologica ha un grande successo ed è sempre di più apprezzata dai consumatori. I dati Nielsen indicano che in Italia le vendite di ortofrutta bio a peso imposto (mese terminante marzo 2017) hanno raggiunto 147 milioni di euro nella sola Grande distribuzione organizzata, segnando un balzo del +28% rispetto all’anno precedente, a fronte di un +9% delle vendite di ortofrutta in generale.
L’ortofrutta fresca bio ha da sempre un ruolo determinante nelle vendite di prodotti biologici (pesa per l’11% sulle vendite bio nella GDO) e ha ulteriori potenzialità di mercato (le vendite bio pesano per il 4,4% sul totale delle vendite di ortofrutta), viste il crescente interesse del consumatore.
In generale, la domanda di alimenti a marchio biologico è cresciuta sia in termini di vendite che di famiglie acquirenti (in Italia il 77% ha acquistato almeno un prodotto bio nell’ultimo anno, contro il 74% rilevato da Nomisma lo scorso anno).
In questo contesto i prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse da parte dei consumatori.
I risultati della Survey Nomisma-MACFRUT BIO mostrano che il 60% delle famiglie italiane ha acquistato frutta e verdura a marchio biologico in almeno una occasione nel 2016 (63% la consumer base per la frutta fresca bio, 62% per verdure ed ortaggi freschi, 32% verdura IV gamma e 5% frutta IV gamma).
L’ortofrutta fresca bio è la categoria con il maggiore numero di famiglie acquirenti, superando molti prodotti di largo consumo bio (tra gli altri: olio extra-vergine d’oliva – 52%), uova – 50% e yogurt – 42%).
Tra i fattori che spingono in alto l’interesse verso il bio vi sono reddito e istruzione: a maggior capacità di spesa e titolo di studio più elevato del responsabile acquisti della famiglia si associano a tassi di penetrazione più elevati (ad esempio tra chi ha redditi medio-alti la quota di user di ortofrutta fresca bio arriva al 66% contro il 53% di chi ha redditi medio-bassi).
Anche la classe di età è una chiave di lettura: tra i responsabili degli acquisti della famiglia di età compresa tra 30 e 44 anni la quota di acquirenti è più elevata (65% contro 51% deli over 55).
L’interesse per l’ortofrutta fresca bio è più forte anche in funzione degli stili alimentari: nei nuclei dove sono presenti componenti che, per scelta o necessità, pongono grande attenzione alla dieta la propensione all’acquisto del biologico è più marcata (il ricorso al bio sale all’84% nei vegetariani e nell’83% tra i vegani, tra chi segue la dieta macrobiotica la quota è superiore al 90%).
Anche nei nuclei con figli di età inferiore a 12 anni l’interesse per l’ortofrutta fresca bio è più alto: le famiglie acquirenti in questo segmento sale al 72% acquista ortofrutta bio contro il 56% delle famiglie senza figli conviventi o con figli già adolescenti.
Tra i consumatori il 64% è frequent user, mangia frutta e verdura ogni giorno o quasi (28%) o almeno una volta a settimana (36%), selezionandola soprattutto in base alla stagionalità (30% indica questo fattore come principale tra i criteri di scelta dell’ortofrutta bio) e all’origine italiana (28%).
Due le leve principali che indicono a preferire l’ortofrutta biologica: innanzitutto la maggior sicurezza per la salute (1 acquirente su 4 indica tale fattore come prioritario). Ma i valori percepiti associati al biologico non si limitano alle esternalità positive per il consumatore: il 22% associa infatti nel rispetto dell’ambiente la principale motivazione che porta a scegliere l’ortofrutta biologica.
La disponibilità dell’ortofrutta bio nei supermercati abitualmente frequentati è certamente un altro fattore che favorisce l’acquisto (il 16% segnala l’accessibilità come motivazione più importante).
E il successo dell’ortofrutta bio arriva dal riconoscimento attribuito dal consumatore in termini di qualità: il 63% degli acquirenti ritiene che l’ortofrutta fresca biologica abbia caratteristiche organolettiche superiori a quella convenzionale.
Fonte: AGV NEWS