In Germania le uve presenti sul mercato sono da considerarsi sicure, in particolare se provenienti dall’Italia.
A renderlo noto è un recente studio sui residui presenti sull’uva da tavola commercializzata in Germania presentato dal BLV, l’Ufficio Federale Tedesco che si occupa della sicurezza dei consumatori e del cibo.
Negli ultimi due anni (2013- 2014), solo l’1,3% delle le uve analizzate provenienti dai paesi fornitori superava il limite consentito e nell’11,4% dei casi non veniva trovato alcun residuo. Nel 2005, la percentuale di uve che invece superava la soglia consentita era pari al 5,6%.
Nel dettaglio, dieci anni fa il prodotto italiano che superava la soglia era pari al 3,3% del totale analizzato, attualmente tale valore è sceso allo 0,8%.
Il BLV in una nota ha tuttavia sottolineato che lo studio non ha valenza rappresentativa, ma è stato effettuato per analizzare i rischi potenziali. Difatti, come sottolineato anche dal sito italiafruit.net, per quei Paesi che già precedentemente avevano fornito dati rassicuranti (come Italia, Grecia e Spagna), i campioni presi in considerazione sono stati inferiori rispetto a quelli dei Paesi che partivano da situazioni già sotto allarme (come la Turchia). Il BLV, quindi, raccomanda di non attribuire ai risultati una valenza generale sul totale del prodotto presente sul mercato.
Fonte: www.bvl.bund.de/italiafruit.net
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