Germogliamento: apparato radicale e lavorazioni del terreno

Suggerimenti e indicazioni per la gestione delle fasi di germogliamento dell'uva da tavola.

da Redazione uvadatavola.com

L’apparato radicale della vite, come del resto quello di tutte le piante arboree, si accresce prevalentemente in primavera ed in autunno, mentre il suo sviluppo è minimo nel periodo estivo ed è nullo in inverno.

Elementi che influenzano la crescita dell’apparato radicale

La temperatura del suolo influenza lo sviluppo delle radici: al di sotto dei 10 °C e al di sopra dei 30 °C le radici rallentano e poi cessano la propria attività di crescita.

Lo sviluppo dell’apparato radicale nei periodi indicati è regolato dalle auxine e dalle gibberelline prodotte dalle foglie e, soprattutto, dalle citochinine elaborate dagli apici stessi delle radici.

Gli stress idrici riducono o bloccano l’accrescimento delle radici. Per questo motivo lo sviluppo radicale è massimo durante la notte, quando la disponibilità idrica per la pianta è, per diversi motivi, più elevata.

La maggior parte delle radici assorbenti si concentra tra i 30 e i 60 cm di profondità. Da notare anche che essendo irrigui, tutti i nostri vigneti mostrano un’importante presenza di radici superficiali che si sviluppano appena al di sotto della porzione normalmente lavorata.

 

Lo sviluppo delle radici

Le radici si svilupperanno prevalentemente in direzione della porzione di terra raggiunta dall’acqua di irrigazione, quindi, considerando che i tubi di irrigazione sono in genere posti nell’interfila, ci saranno più radici e più capillari in questa porzione di terra.

Le radici di due piante contigue di vite, a differenza di molte altre specie arboree, non restano in zone distinte ma si incrociano ed esplorano la stessa porzione di suolo.

Lavorazioni del terreno

Poiché nel periodo che intercorre tra il germogliamento e la fine della fioritura l’allungamento dei capillari radicali è al suo massimo, è importante, in condizioni normali, evitare le lavorazioni del terreno, soprattutto se profonde. Questa operazione colturale eseguita nella fase indicata provoca lesioni alle radici, anche quelle appena emesse, e può alterare il regolare sviluppo della pianta.

Le lavorazioni del terreno, salvo condizioni particolari, dovrebbero essere eseguite quando l’attività di sviluppo dei capillari radicali è ridotta, ovvero nel periodo invernale fino a 2–3 settimane prima dell’ipotetico risveglio vegetativo della coltura oppure in seguito, quando la fioritura è del tutto conclusa.

Una lavorazione più profonda del terreno, invece, può essere necessaria per intervenire sull’apparato radicale di piante stressate. Magari dalla presenza di nematodi o da eccessi idrici che possono provocare asfissia e compattazione.

Le lavorazioni dovrebbero, infine, essere contenute soprattutto se il vigneto è molto vigoroso. Questo dipende in gran parte da fattori quali varietà ed età della pianta.

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Autore: la Redazione

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