Dopo aver approfondito la composizione e l’importanza di avere terreni con una buona dotazione di sostanza organica, entriamo nel dettaglio con il parere dell’agronoma Chiara Vacca di Floema Consulting.
Un suolo ricco di sostanza organica favorisce le funzioni nutrizionali e strutturali del sistema suolo-pianta, ma quali sono i benefici di un suolo ricco di sostanza organica?
Chiara, se ti dico sostanza organica tu che mi rispondi?
La sostanza organica (SO) rappresenta la frazione organica del terreno. In percentuale può rappresentare dall’1 al 3 % in peso della fase solida del suolo. Se invece parliamo di volume si tratta di circa il 12-15%. La SO è una parte attiva del suolo ed è fondamentale per: la nutrizione delle piante e il mantenimento della struttura del suolo del terreno. Proprio il terreno, infatti, rappresenta uno dei più grandi serbatoi terrestri di carbonio. Pertanto tutte le tecniche di gestione del suolo che riducono al minimo l’ossidazione (la mineralizzazione) della SO contribuiscono anche a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, contribuendo così a contenere persino l’effetto serra. Capacità, quest’ultima, riconosciuta anche dal “Protocollo di Kyoto”. La conservazione e l’aumento di sostanza organica nel suolo costituisce – quindi – un obiettivo da raggiungere e perseguire.
In che modo ottenere sostanza organica?
La sostanza organica può originarsi da due percorsi distinti: uno di tipo costruttivo, in tal caso parliamo di umificazione; ed uno di tipo distruttivo, che è la mineralizzazione. Questi due processi danno come risultato la disgregazione della SO e degli elementi minerali nutritivi, fondamentali per l’attività del suolo.
Perché preservare la sostanza organica in campo?
Sia perché essa diventa serbatoio di carbonio – quindi contribuisce a ridurre le emissioni in atmosfera – sia perché ha funzioni nutrizionali e strutturali all’interno del suolo.
L’importanza della SO per le piante è legata, infatti, a funzioni sia nutrizionali sia strutturali di cui beneficia il sistema suolo-pianta. La SO, attraverso la mineralizzazione, rilascia elementi nutritivi (come: azoto, fosforo, potassio, magnesio e calcio) che diventano disponibili e assimilabili per la pianta. Allo stesso tempo la SO alimenta anche i microrganismi, fondamentali per la fertilità del suolo. Essa costituisce un veicolo perché trasporta all’interno della pianta elementi (come ferro, boro, manganese, zinco e rame) rendendoli facilmente assorbibili dalle radici. Inoltre la SO costituisce gran parte del complesso di scambio cationico del suolo. In un suolo ricco di argille la sostanza organica forma degli aggregati stabili definiti “humor argillosi”, essa inoltre è fondamentale perché aumenta la “ritenzione idrica” del suolo evitando la formazione di ristagni idrici.

Residui freschi parzialmente decomposti (radici, steli e ife fungine) prelevati dal suolo.
Cosa fare in campo per preservarla?
Le tecniche adoperate per conservare e aumentare la sostanza organica in campo sono diverse. Innanzitutto è opportuno effettuare inerbimenti con cover crops. Parlo ovviamente di sovesci e inerbimenti. Attraverso il sovescio sarà quindi possibile aumentare la SO del suolo. Inoltre è possibile apportare sostanza organica con concimi adatti – e penso al letame maturo -. Infine anche effettuare le rotazioni delle colture ci aiuterà ad accrescere e preservare la quantità di sostanza organica nel nostro suolo.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com
Articolo pubblicato sul n°4 – 2022 del bimestrale “Uva da Tavola – magazine”