Fortunatamente, dopo le piogge registrate in Puglia nel corso della seconda settimana di giugno, su tutti gli areali vocati alla coltivazione di uva da tavola spira – ormai da tre giorni – un fresco vento di maestrale.
Le cultivar più precoci sono in fase di “ingrossamento dell’acino”, dunque è questo il momento migliore per intervenire e favorire l’ingrossamento delle bacche di uva da tavola.
Per saperne di più circa questa operazione così delicata abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda all’agronomo Bartolomeo De Tomaso, di Agriproject Group. La nostra troupe ha incontrato l’agronomo a Casamassima (Ba), presso l’Azienda Agricola Vito Positano, che ci ha ospitato all’ombra di un vigneto della cultivar a bacca rossa Sweet Celebration TM.
Ingrossamento dell’acino: come aumentare l’efficacia?
L’agronomo De Tomaso – nel video – spiega chiaramente che il diametro finale raggiunto dalle bacche di uva da tavola è legato anche ai fattori ambientali, tra cui: luce, temperatura, stato idrico e nutrizionale delle viti.
Pertanto, per rendere più efficaci i trattamenti volti a ingrossare l’acino, potrebbe essere necessario curare anche l’irrigazione e la nutrizione del vigneto (magari apportando concimi minerali organici o semplici).
Infine, altre operazioni colturali che potrebbero riportare effetti positivi sul diametro finale dell’acino d’uva sono: incisione anulare, sfogliatura e discesa dei grappoli.
Attenzione però, perché non è sempre un bene effettuare l’ingrossamento dell’acino.
Dal video emerge chiaramente che esistono delle varietà che, in maniera naturale e fisiologica, raggiungono determinati standard qualitativi prima della raccolta.
Al tempo stesso esistono anche delle cultivar per le quali questa pratica potrebbe far insorgere delle problematiche riferite a colorazione, ritardi di maturazione e alterazione delle caratteristiche organolettiche.
Autrice: Teresa Manuzzi
Riprese e montaggio: Gianvito Rutigliano
©uvadatavola.com