In alcune aree dell’Australia le condizioni climatiche non sono state delle migliori, ma questo non ha influito sulla raccolta dell’uva da tavola.
Il taglio per Sunraisia è partito in ritardo di circa dieci giorni e una grandinata ha danneggiato un’intero areale, ma questo non comporterà problematiche sui volumi finali.
“C’è una carenza di frutta in questo momento.”- ha spiegato Jeff Scott, Presidente dell’Associazione australiana di uva da tavola -“Ma già dalla prossima settimana tutto tornerà alla normalità. Gli importatori che richiedono uve australiane sono sempre di più, i nostri contatti storici non stanno avendo problemi a reperire il prodotto, ma i nuovi sgomitano per riuscire ad ottenere le forniture”.
Vi è stato un aumento della domanda per le uve australiane negli ultimi anni ed i prezzi sui mercati internazionali sono stati buoni rispetto alle stagioni precedenti. Inoltre la domanda per questo prodotto è estremamente elevata, soprattutto per i Paesi asiatici. L’incremento delle esportazioni ha anche dato una spinta alla produzione che di anno in anno, negli ultimi 5 anni, ha segnato + 10-20%.
Tradizionalmente le Uve australiane sono esportate in Cina, ma negli ultimi tempi la richiesta da parte del Giappone, 5° mercato per volumi, sta crescendo molto rapidamente. Qui l’uva australiana è giunta solo negli ultimi due anni. Al momento l’Australia può esportare solo tre varietà in Giappone: Thompson, Crimson e Red Globe. Per questo motivo il governo australiano ha richiesto un incontro con il governo giapponese al fine di ottenere l’accesso per tutte le varietà. L’incontro si terrà nella prima metà di marzo e, considerando la grande richiesta da parte degli esportatori nipponici, si pensa che gli australiani otterranno il via libera con facilità.
Le uve australiane raggiungono anche Thailandia, Singapore, Filippine, Indonesia e Malesia. I produttori australiani si stanno impegnando per esportare il prodotto anche negli Stati Uniti. Per gli USA i problemi da risolvere sono per lo più di tipo fitosanitario che commerciale. Anche il venir meno dell’accordo commerciale TPP non provocherà problemi ai piani australiani perché la produzione di questo Paese si posiziona in periodi differenti rispetto a quella degli Stati Uniti.
Jeff Scott ha infine spiegato che in Australia stanno coltivando molte varietà nuove che sono accolte con entusiasmo all’estero. Si tratta di senza semi, come Witches Fingers, che è coltivata in quantità ridotte e sta ottenendo buoni risultati nei mercati di fascia alta: “L’Australia non può competere con il Perù e il Cile sul prezzo. Noi siamo conosciuti nel mondo per l’alta qualità della nostra frutta e cerchiamo di proporci su mercati di nicchia”, ha concluso.
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