La potatura verde della vite: è il momento

Necessaria per una buona produzione di uva da tavola, la potatura verde è un'operazione che non deve essere sottovalutata. Come e quando bisogna effettuarla?

da uvadatavoladmin
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La potatura verde della vite include una serie di operazioni che integrano e completano il lavoro effettuato con la potatura invernale. Gli interventi che riguardano la potatura verde mirano a regolare lo sviluppo della chioma della vite al fine di garantire un equilibrio tra la superficie fogliare e il numero dei grappoli. Potare la vite nel periodo di attività vegetativa è fondamentale per bilanciare la crescita della chioma e migliorare la qualità dei grappoli. Questa pratica consente di ottimizzare l’esposizione al sole e l’arieggiamento, riducendo il rischio di malattie e promuovendo una produzione sana e abbondante.

Questa potatura, detta anche estiva, deve essere effettuata durante la fase di sviluppo vegetativo della pianta e comprende interventi che coinvolgono la rimozione di gemme, germogli, foglie e grappoli. 

Nei vigneti di uva da tavola, le piante sono ormai in piena fase vegetativa, per questo già da ora risulta necessario gestire la vegetazione al fine di garantire un buon equilibrio vegeto-produttivo, precursore per l’ottenimento di grappoli sani e con ottimi parametri qualitativi. Dalla fine del mese di aprile, infatti, fino alla fase di invaiatura degli acini, è fondamentale eseguire la potatura verde della vite.

L’effettiva necessità di eseguire le operazioni di potatura verde dipende dall’andamento climatico dell’annata, dalla forma di allevamento e dalla vigoria delle varietà di vite presenti nel vigneto. Idealmente, quindi, questi interventi dovrebbero essere ridotti al minimo in presenza di piante ben equilibrate, ma nella realtà alcuni interventi di potatura estiva si rendono quasi sempre obbligatori.

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Fondamentali per una corretta potatura della vite sono perciò le seguenti operazioni colturali: spollonatura, scacchiatura, sfemminellatura, sfogliatura, cimatura e diradamento dei grappoli. Ma con quali criteri è bene programmarle?

  • Spollonatura: si esegue tra aprile e giugno; consiste nell’eliminare i polloni per evitare che sottraggano nutrienti alla pianta senza apportare alcun beneficio.
  • Scacchiatura: si effettua poche settimane dopo il germogliamento e consiste nell’eliminare i germogli in soprannumero presenti sui capi a frutto. La presenza di questi germogli è dovuta spesso alla sviluppo di due germogli per ciascun nodo, originatisi da un’unica gemma lasciata con la potatura invernale. In questo caso si rimuove il germoglio più piccolo e male inserito, così da favorire il passaggio della linfa verso il germoglio principale.
  • Sfemminellatura: si effettua alla comparsa delle “femminelle”, i germogli che si sviluppano dalle gemme pronte presenti all’ascella delle foglie. Questi germogli, in genere, oltre a provocare un eccessivo ombreggiamento sono sterili. è fondamentale per bilanciare la crescita della chioma e migliorare la qualità dei grappoli. Questa pratica consente di ottimizzare l’esposizione al sole e l’arieggiamento, riducendo il rischio di malattie e promuovendo una produzione sana e abbondante.
  • Sfogliatura: si esegue in prossimità della raccolta e consiste nell’asportare le foglie in eccesso al fine di migliorare arieggiamento ed esposizione dei grappoli ai raggi solari.
  • Cimatura: il momento della cimatura viene determinato dalla velocità di accrescimento dei germogli e dipende dalla vigoria delle varietà. Normalmente si pratica nel periodo che va dall’allegagione alla maturazione degli acini. Consiste nella rimozione delle porzioni terminali dei germogli, il suo scopo è quello di limitare la crescita in lunghezza dei germogli e favorire la formazione di nuove foglie più attive da un punto di vista fotosintetico. È importante non effettuarla in epoca troppo tardiva in quanto l’emissione di nuovi germogli potrebbe verificarsi in una fase in cui le risorse della pianta devono essere indirizzate in via preferenziale nei confronti dei grappoli in fase di maturazione.

Perché la potatura verde della vite è così importante?

In termini di manodopera, la potatura estiva può richiedere un numero di ore di lavoro generalmente superiore rispetto a quella invernale, ma nonostante ciò è importante non sottovalutarla. Se eseguite nei tempi e nelle modalità corrette, infatti, tutte queste operazioni garantiscono una corretta gestione della chioma. Ma in termini pratici quali sono i vantaggi che si ottengono con la potatura verde della vite?

  1. Evita la formazione di un microclima eccessivamente umido, favorevole alla formazione di muffe e al proliferare dei batteri.
  2. Aumenta l’efficacia dei trattamenti fitosanitari effettuati per via fogliare, che raggiungono in modo più omogeneo le superfici fogliari delle piante.
  3. Migliora l’esposizione dei grappoli ai raggi del sole, favorendo un’ottimale invaiatura degli acini e il raggiungimento del giusto grado zuccherino.

Diradamento dei grappoli: un’operazione che può fare la differenza

In situazioni di eccessiva produzione rispetto allo sviluppo vegetativo o se si vuole aumentare la qualità dell’uva, si può ricorrere al diradamento dei grappoli. Questa è considerata un’operazione di potatura verde, consiste nella rimozione di una quota di grappoli presenti sulle viti prima della fase di invaiatura. A differenza delle operazioni precedenti, però, non sempre è necessaria, anzi deve essere considerata una pratica eccezionale. Se non si fanno particolari errori durante la potatura invernale, come lasciare un carico troppo elevato di gemme per pianta, non è necessario ricorrere a questa operazione colturale.

 

Donato Liberto
©uvadatavola.com

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