Nel 2016 assegni da fame per i pensionati agricoli

da Redazione uvadatavola.com

In Italia, sul fronte pensionistico, le cose vanno peggio di vent’anni fa. Oggi oltre 2,2 milioni di anziani vivono con pensioni al di sotto di 500 euro e, di questi, circa 1,3 milioni sono ex agricoltori.

Una situazione di vera emergenza sociale, che rischia di peggiorare nei prossimi anni. Con l’introduzione del sistema contributivo i futuri pensionati agricoli dall’1 gennaio 2016 si ritroveranno con assegni “da fame” che toccheranno appena i 294 euro mensili.A lanciare l’allarme è stata la Confederazione Italiana Agricoltori nel IV Report sociale del patronato Inac-Cia.

È chiaro che si tratta di una situazione insostenibile, che non fa che accrescere il disagio sociale, tanto più che a causa della pressione fiscale (la più alta dei paesi Ocse) e del crollo del potere d’acquisto delle pensioni (già eroso del 30%), oggi il 44% dei pensionati vive in semi-povertà e il 10% non riesce neppure a comprare cibo sufficiente e medicine. Per questo, ora non è più rinviabile intervenire sull’innalzamento delle pensioni minime: una richiesta urgente che l’Anp, l’Associazione nazionale pensionati della Cia, ha trasformato in una petizione popolare che ha già raccolto oltre 100 mila firme in tutt’Italia, presentate proprio ieri alla Presidenza del Senato.

Secondo Antonio Barile, presidente di Inac, le riforme pensionistiche succedutesi negli ultimi venti anni hanno peggiorato sensibilmente la previdenza dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali. I soggetti di prima e seconda fascia contributiva, vale a dire 3 agricoltori su 4, non potranno più ottenere l’integrazione al minimo e ciò significherà in futuro vivere con meno di 10 euro al giorno, cosa che non accadeva dal 1957 quando fu istituita la pensione dei coltivatori diretti.

 

Fonte: L’Informatore Agrario / newsfood.com

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