Sanzioni, un’opportunità per crescere. A dirlo è la grande distribuzione in Russia, a quasi tre anni dall’entrata in vigore delle prime misure restrittive contro Mosca da parte dell’Ovest e ad oltre 2 anni dalla decisione del Cremlino per un embargo.
L’agrobusiness e la galassia di industrie che vi orbitano intorno hanno assunto un peso maggiore in questi anni, i player che vi hanno investito, rispettando comunque i vincoli delle nuove restrizioni, hanno aumentato i loro guadagni. La Russia è attualmente il quarto mercato food retail in Europa e il nono al mondo, secondo Planet Retail. Vale 203 miliardi di dollari.
La Germania è lievemente al di sopra con 212 miliardi, l’Italia è molto al di sotto con 181 miliardi di dollari. Ovviamente i pesi massimi sono altri: la Cina che fa dieci volte tanto la Russia con 2.077 miliardi e gli Usa con 1.148 miliardi. La federazione guidata da Vladimir Putin ha comunque una sua peculiarità: il mercato food retail è ancora molto frammentato, ossia per gli aspiranti colossi c’è molto spazio per crescere.
I 7 gruppi più grandi (Magnit, X5, Auchan, Dixy Group, Lenta, Metro e O’Key) rappresentano una fetta del 23%, su una torta dove pesa molto ancora il commercio tradizionale e le nuove forme moderne in via di sviluppo, come la spesa sul web.
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