Oidio su vite: le infezioni tardive

Torna "In campo con l'agronomo": con Giacomo Mastrosimini approfondiamo le infezioni tardive di Erysiphe necator, agente di oidio

da uvadatavoladmin
oidio su vite

Con il primo sole di settembre torna anche “In campo con l’agronomo”. Per l’occasione, ci siamo recati presso l’azienda agricola Arborea di Rutigliano (BA), in compagnia dell’agronomo del gruppo tecnico Graper Giacomo Mastrosimini. Con lui approfondiamo un tema di stretta attualità: le infezioni tardive di Erysiphe necator, agente di oidio su vite da tavola.

Tra le principali problematiche che interessano la vite da tavola, l’oidio è un fungo epifita che si sviluppa soprattutto all’esterno delle piante, attaccando principalmente le cellule dell’epidermide. I danni, com’è noto, riguardano sia il grappolo – in quanto il fungo determina necrosi delle cellule e, in seconda battuta, insorgenza di malattie – sia tutte le parti verdi della piante e quindi germogli, foglie e rachide. 

Come sottolineato dall’agronomo, le fasi fenologiche in cui si possono riscontrare infezioni da oidio su vite sono tutte quelle vegetative: dal germogliamento all’ingrossamento della bacca, passando per la fioritura.

Quest’ultima in particolare è la fase più delicata, in quanto la pianta è più suscettibile e le condizioni climatiche del periodo sono quelle ottimali allo sviluppo del fungo. 

Perché è allora importante considerare le infezioni tardive?
Le infezioni tardive, in questa fase, sono quelle che si sviluppano soprattutto sul rachide, dunque quelle più dannose dal punto di vista estetico. In tal senso, come ricordato dall’esperto, la massima attenzione va data al grappolo che, ormai in dirittura d’arrivo, è pronto per la raccolta. 

La difesa deve quindi partire sin da subito: l’obiettivo, infatti, è avere un inoculo all’interno del tendone sempre molto molto basso. Per questo, si redige un piano di difesa che parte dalla primavera e arriva fino al termine della campagna. Il programma, però, non è statico e può variare a seconda dei diversi fattori in gioco, come clima, varietà e area produttiva. Accanto a questo, altrettanto importante è poi la questione residui e quindi il rispetto dei limiti previsti dal disciplinare di pronto.

La ricerca però continua a fare passi in avanti e, proprio in merito alla difesa, si vanno delineando due filoni. Quali? Guarda il video completo e scopri di più.

 

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

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