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Prezzi e mercati

Ortofrutta: Cso in India per rinforzare export made in Italy

da Redazione uvadatavola.com 29 Aprile 2016
29 Aprile 2016
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Il Cso ha partecipato, nell’ambito del Programma Straordinario Made in Italy, organizzato da Ice in collaborazione con Fifi- Forum of Indian Food Importers, Image Group e Sector Media, al Seminario tenutosi a New Delhi alla presenza dell’Ambasciatore italiano in India Lorenzo Angeloni e del Direttore Ice India Francesco Pensabene.

Paolo Bruni, presidente Cso, ha preso in esame il contesto produttivo e di mercato evidenziando i flussi di importazione e le potenzialità di sbocco per l’Italia. L’India, decima economia al mondo per Pil nominale, ha raggiunto il terzo posto, dopo Cina e Usa, in termini di potere di acquisto. A livello di import, presenta un trend in costante crescita per numerosi prodotti ortofrutticoli tra cui le mele, importate da Cina (circa 40%), Usa (salite oltre il 30%), Cile (in flessione attorno al 10%), Nuova Zelanda (in ascesa oltre il 10%).

L’Italia è in crescita con volumi che nel 2015 sono saliti oltre le 10.000 tonnellate.

Per quanto riguarda il Kiwi, l’Italia è il primo fornitore dell’India, insieme alla Nuova Zelanda e anche sulle pere c’è un discreto flusso di importazione dall’Italia ma il principale fornitore resta il Sud Africa. L’India è un paese dalle grandi potenzialità perché può importare numerosi prodotti ortofrutticoli italiani come mele, arance, pere, kiwi, uva da tavola e susine ed è una economia in forte crescita.

“L’incremento delle esportazioni italiane in India – ha detto Bruni – può dare vantaggi a doppio senso: l’India avrebbe produzioni diversificate e di qualità e Italia avrebbe la possibilità di incrementare i propri scambi commerciali. Per quanto riguarda le condizioni fitosanitarie che regolano l’import di alcuni prodotti ortofrutticoli, sarebbe auspicabile un’applicazione omogenea delle condizioni, in tutti gli Stati dell’India abilitando i diversi porti di entrata. Occorre tuttavia sottolineare che per avviare un flusso di esportazione consistente servirebbero maggiori infrastrutture ed un sistema logistico efficiente in modo da garantire un elevato livello qualitativo delle produzioni in entrata”.

 

Fonte: ANSA

 
 
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