La potatura invernale o secca dell’uva da tavola è un’operazione fondamentale per favorire la salute e la produttività della vite. Questa pratica agronomica, svolta durante la stagione invernale, quando la pianta è in stato di dormienza, consiste in un complesso di tagli che mira a rendere regolare la produzione di uva negli anni, evitando stress produttivi e prolungando l’efficienza del vigneto.
Uno degli obiettivi che si cerca di raggiungere attraverso la corretta esecuzione della potatura invernale è quello di adeguare la pianta alla forma di allevamento prescelta.
Nel caso dell’uva da tavola la forma di allevamento più diffusa è rappresentata dal tendone: una volta che le piante hanno raggiunto questo sistema di allevamento – per mezzo di una corretta potatura – è infatti possibile garantire un’elevata captazione dell’energia solare e una ottimale circolazione dell’aria. Due parametri essenziali per garantire una produzione e una maturazione dell’uva da tavola ottimale e costante, oltre che per prevenire lo sviluppo di malattie.
L’intensità della potatura varia anche in funzione della vigoria della cultivar coltivata: la diversa espansione vegetativa, data dalla quantità di foglie e di tralci sviluppati durante il periodo vegetativo, è infatti in grado di influenzare – entro certi limiti – il potenziale produttivo delle piante. L’ottenimento di un adeguato livello di vigore vegetativo è molto importante per l’uva da tavola in quanto questo condiziona anche i parametri qualitativi, come la dimensione del grappolo e dell’acino, considerati parametri molto importante per i consumatori.
Qual è il momento ideale per effettuare la potatura?
Il periodo ideale per eseguire la potatura invernale dell’uva da tavola solitamente si colloca tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno. Per essere più precisi e non incorrere in errori dovuti all’esecuzione di una potatura troppo precoce o troppo tardiva – dato il clima sempre meno prevedibile degli ultimi anni – è ancora più importante tener conto della fase fenologica in cui si trovano le viti. Il momento ideale, infatti, si identifica con la perdita delle foglie da parte delle piante che coincide con l’inizio del periodo di riposo vegetativo delle viti. Questo momento è cruciale poiché la pianta è meno suscettibile a stress e ferite, consentendo una minore probabilità di incorrere in danni da gelate e permettendo una cicatrizzazione delle ferite più rapida.
Perché questa tecnica colturale è così importante?
È abbastanza intuibile pensare che una pianta di vite lasciata libera, senza l’intervento dell’uomo, produrrebbe in quantitativi più abbondanti per qualche anno, ma questo andrebbe anche a scapito di una maturazione costante e di un ottimale sviluppo in dimensione degli acini. La pianta stessa, dopo pochi cicli produttivi, oltre a produrre male, va incontro a deperimento precoce per effetto dell’eccessivo carico produttivo.
Non bisogna inoltre dimenticare che la vite è per natura una pianta ad habitus cespuglioso o strisciante. Pertanto, non intervenire con una corretta potatura riporterebbe le piante a un portamento di crescita che male si appresta all’esecuzione delle diverse operazioni colturali. Durante la potatura invernale, infatti, è comune eliminare i rami vecchi e danneggiati, incoraggiare la formazione di nuovi germogli, e gestire la densità della chioma per ottimizzare la distribuzione della fruttificazione. Con la potatura è possibile favorire un’adeguata disposizione nello spazio delle gemme ibernanti che rappresentano l’organo fruttificante di base della vite in quanto contengono il primordio del futuro tralcio che porterà a sua volta le infiorescenze.
La potatura è quindi un’operazione che racchiude al suo interno una moltitudine di funzioni capaci di influenzare la crescita e la salute delle viti. Per questo, la potatura invernale dell’uva da tavola rappresenta una tecnica colturale tra le più importanti a livello di gestione del vigneto. Grazie a una pianificazione accurata e l’attuazione di tecniche di potatura adeguate è infatti possibile ottenere piante in salute, che -oltre a garantire una produzione ottimale e costante negli anni – permettono di costituire un vigneto con una più lunga vita produttiva.
Donato Liberto
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