Nei giorni scorsi la Commissione Europea ha approvato diversi Psr presentati dalle Regioni italiane e venerdì 20 novembre è stato autorizzato anche il Programma nazionale dello sviluppo rurale.
Tra i piani pluriennali di recente approvazione ci sono quelli di Abruzzo, Valle d’Aosta, Piemonte, Lazio, Campania, Calabria e Basilicata. A questi, da ultimo, si sono aggiunti quelli di Sicilia e Puglia, i quali peraltro sono i Programmi caratterizzati dalla maggiore dotazione di fondi europei.
Può sembrare una buona notizia quella del via libera dei servizi comunitari ai Programmi di sviluppo rurale, ma bisogna però considerare che le Regioni italiane non hanno brillato per efficienza nell’attuare i Programmi settennali 2014-2020.
I Programmi di sviluppo rurale di Danimarca, Portogallo, Finlandia, Austria, Polonia e 4 piani di Lander tedeschi sono stati autorizzati nel 2014. Quindi, gli agricoltori di questi Paesi membri hanno potuto beneficiare delle Misure di sostegno contemplate con 12 mesi di anticipo rispetto a quelli delle 9 Regioni italiane sopra citate. Inoltre, ci sono stati 18 Psr, tra i quali quelli di Spagna, Fiandre e Olanda, che hanno avuto il via libero europeo nel corso del primo trimestre del 2015.
È necessario allora che si proceda a un’analisi dei fattori di debolezza e delle carenze che pongono il nostro Paese a un livello di efficacia e di efficienza inferiore rispetto agli altri.
Fonte: L’informatore Agrario