“Finalmente potrà partire a spron battuto la stagione irrigua, grazie al disegno di legge approvato dalla Giunta regionale che sarà portato nel prossimo Consiglio che di fatto stralcia 2 milioni di euro dagli 8,5 milioni già stanziati a beneficio dei consorzi di bonifica, ma finora congelati in attesa della riforma della legge regionale 4 del 2012”.
È il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, a commentare i provvedimenti approvati in Giunta, grazie all’impegno dell’Assessore all’Agricoltura Di Gioia dopo le sollecitazioni di Coldiretti a seguito dello stato di agitazione degli agricoltori soprattutto nelle province di Bari e Taranto.
“Inoltre, considerata l’urgenza di far ripartire le manutenzioni straordinarie e ordinarie per la indispensabile manutenzione del territorio – ha continuato – riteniamo non più procrastinabile un approfondimento in merito alle opportunità previste dai Fondi Comunitari FESR e PSR che andrebbero, a nostro avviso, maggiormente esplorate dalla Regione Puglia. La mancanza di una organica politica di bonifica comporta, tra l’altro, che lo stesso costo dell’acqua in Puglia sia caratterizzato da profonde ingiustizie”.
Per esempio irrigare un ettaro di uva da tavola a Palagianello, Ginosa o Castellaneta – di competenza del consorzio di Bonifica Stornara e Tara – costa 410 euro con l’erogazione ogni 8 giorni per 8 ore, contro i 1.800 euro a Conversano – da versare all’Arif – per 8 ore e per irrigare 1 volta alla settimana per circa 14 settimane da giugno a metà settembre. Una enormità che incide direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole pugliesi e, quindi, ne influenza pesantemente il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura pugliese riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Inoltre, non è mai stato rinegoziato il costo dell’acqua con la Regione Basilicata e soprattutto con l’AQP che paga l’acqua 4 centesimi al metro cubo e la rivende ai consorzi di bonifica, dopo la potabilizzazione, a 80 centesimi al metro cubo.
“L’agroalimentare pugliese – e la sua affermazione sui mercati nazionali ed internazionali – non può prescindere dalla disponibilità di acqua ad uso irriguo. I nostri imprenditori hanno pagato a caro prezzo – denuncia Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – i ritardi nella gestione del ‘bene acqua’. I costi incidono direttamente sulle voci di spesa delle imprese agricole e, quindi, ne influenzano pesantemente il grado di competitività rispetto a quelle europee, competitività che l’agricoltura locale riesce molto spesso a sostenere, grazie all’elevata professionalità e qualità raggiunte. Ma l’acqua diviene uno strumento imprescindibile, l’obiettivo primario resta la certezza della disponibilità. Un ulteriore motivo per far uscire i consorzi di bonifica dalle sabbie mobili in cui permangono da anni, perché nel settore irriguo gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210mila ettari, 102 invasi e vasche di compenso, 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo, 560 chilometri di canali irrigui e circa 10.000 chilometri di condotte tubate”.
Fonte: noinotizie.it