Resoconto dell’incontro tecnico “Peronospora della vite e cambiamento climatico”.

da Redazione uvadatavola.com

Si è tenuto lo scorso 23 marzo, presso l’Auditorium della Succursale della Scuola Media Manzoni di Rutigliano, l’incontro tecnico intitolato “Peronospora della vite e cambiamento climatico”.

L’evento, organizzato dall’ARPTRA (Associazione Regionale Pugliese dei Tecnici e Ricercatori in Agricoltura) e dall’Assessorato all’Agricoltura del Comune di Rutigliano, ha visto la partecipazione di una nutrita platea composta prevalentemente da produttori e tecnici, interessati a ricevere aggiornamenti e maggiori informazioni sulla malattia che lo scorso anno a causato danni al settore dell’uva da tavola quantificabili intorno ai 100 milioni di euro.

Il meteorologo Col. Vitantonio Laricchia.

“Esiste una differenza sostanziale tra climatologia e meteorologia”, ha esordito il meteorologo Col. Vitantonio Laricchia. “La climatologia è una scienza che si occupa dello studio statistico del clima in un periodo di tempo di almeno 20-30 anni. La meteorologia, invece, è una scienza che studia gli eventi fisici responsabili del tempo atmosferico”.

Con la climatologia è quindi possibile, attraverso l’utilizzo di modelli matematici, studiare le dinamiche del clima e fare delle previsioni per il futuro evidenziando eventuali mutamenti climatici. Con la meteorologia, invece, è possibile ottenere una previsione a breve scadenza dei vari fenomeni atmosferici su un dato territorio (previsione del tempo). “Una previsione può essere attendibile nell’arco massimo di 48-72 ore”, ha spiegato.

“Statisticamente il 2014 è da definirsi un’annata anomala. L’inverno scorso è stato caratterizzato da temperature miti e scarse precipitazioni, mentre sappiamo tutti cosa è successo durante la stagione estiva”, ha continuato Laricchia.

“Quest’anno, invece, finalmente abbiamo avuto un inverno con freddo, pioggia e neve. Sappiamo quanto siano importanti le precipitazioni invernali, in particolare quelle nevose, per riempire gli invasi. È impossibile prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi ma, statisticamente parlando e considerando che ci troviamo nel Mediterraneo (un mare chiuso), la prossima estate dovrebbe essere calda e normale. Questo, ripeto, secondo le statistiche”, ha concluso.

Il Dott. Agostino Santomauro, funzionario tecnico dell’ Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.

“Le forme svernanti della peronospora, le oospore, per maturare hanno bisogno di freddo e precipitazioni durante l’inverno”, ha dichiaratoil Dott. Agostino Santomauro, funzionario tecnico dell’ Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia. “Se non ci sono tali condizioni, queste non germinano e non formano macroconidi e zoospore che originano le infezioni primarie sulle foglie”.

“Secondo un recente lavoro – ha spiegato – sappiamo che esistono famiglie di oospore che germinano e maturano non necessariamente l’inverno prima, ma necessitano di 2-3 anni per maturare. Pertanto, ai cicli di infezioni secondari possono sovrapporsi anche cicli di infezione primari dovuti a oospore formatesi negli anni precedenti”.

Questo il quadro, quindi, che potrebbe aver originato la situazione dell’estate 2014. La Plasmopara viticola (nome scientifico della peronospora della vite), ha diversa incidenza negli areali pugliesi. Nel brindisino è ricorrente, invece nel barese e nel tarantino si presenta con periodicità. “Mentre in passato statisticamente la malattia si manifestava ogni 6-7 anni, da qualche anno a questa parte le infezioni sono più frequenti. Ci sono difficoltà oggettive nel prevedere la malattia, la regola dei 3 dieci (germoglio di 10 cm, temperature di 10°C  e 10 mm di pioggia) è solo indicativa. Spesso non servono piogge, basta anche un velo d’acqua di condensa per poter scatenare l’infezione” ha continuato Santomauro.

Per tali motivi, in assenza di dati certi sarebbe utile e fondamentale l’utilizzo di modelli previsionali (utilizzati in tutto il mondo e su diverse colture), la cui validità è ormai consolidata.

“La comparsa di peronospora larvata ha aumentato la sua frequenza negli ultimi anni. Questa è causata da infezioni in fioritura che rimangono latenti, per poi manifestarsi quando gli acini hanno ormai chiuso gli stomi. Le infezioni quindi non possono avvenire su bacche grandi che non hanno più aperture stomatiche. Inoltre, l’infezione non parte mai dal peduncolo per infettare le bacche, ma viceversa. Quando vediamo i peduncoli con peronospora, la malattia è partita dagli acini già infettati, dove il fungo è latente”, ha spiegato il funzionario tecnico.

La nutrita platea che ha seguito l’incontro.

In merito alla giusta strategia di difesa, il dott. Santomauro ha consigliato di rivolgersi a tecnici specializzati. “Grazie alla loro profonda conoscenza del territorio e delle singole realtà aziendali, potranno suggerirvi la giusta strategia di difesa per il controllo della malattia”.

Indicare le singole sostanze attive da utilizzare per il controllo della peronospora, difatti, non sarebbe stato corretto. È noto a tutti, infatti, che durante l’estate scorsa l’utilizzo di identiche strategie di difesa ha portato a risultati opposti in differenti contesti aziendali: totale assenza della malattia o distruzione totale della produzione.

Suggerire durante l’incontro una o poche delle molteplici strategie di difesa attuabili, sarebbe stato insufficiente o fuorviante se non venissero considerati anche altri fattori. Tra questi, la tempestività di intervento, le modalità di distribuzione, la gestione tecnico-agronomica del vigneto, le caratteristiche pedoclimatiche dell’azienda, ecc…

Il Dott. Michele Melillo, tecnico consulente di Graper.

È quanto spiegato anche dal Dott. Michele Melillo, tecnico consulente di Graper. “È importante avere una visione d’insieme del contesto aziendale. Il compito di un consulente di campo non deve essere quello di interferire con le scelte produttive, ma quello di consigliare ed orientare il produttore verso le giuste decisioni aziendali”.

“Per affrontare  e prevenire problematiche gravi come la peronospora servono i numeri, altrimenti di cosa stiamo parlando? Per ottenere questi numeri è necessario un monitoraggio aziendale e del comprensorio non solo mediante l’utilizzo di strumenti, ma anche attraverso la comunicazione tra tecnici che operano sul territorio. Questo ci aiuta ad intervenire in maniera preventiva”, ha continuato.

Secondo Melillo per attuare la difesa integrata è fondamentale la presenza di un tecnico specializzato. Al fine di limitare l’utilizzo di prodotti chimici, per una maggiore sicurezza del prodotto (minor numero di residui) e un minor impatto ambientale, è necessario utilizzare anche mezzi biologici, meccanici ed agronomici. “Un sesto d’impianto più largo favorisce una maggiore areazione, l’inerbimento e l’irrigazione sulla fila consentono  di gestire al meglio i trattamenti fitosanitari e facilitano la tempestività d’intervento. I mezzi agronomici possono giocare un ruolo fondamentale per il controllo della peronospora e di altre malattie”, ha concluso.

 

Autore: la Redazione

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