La Società F.lli Lo Giudice, giovedì 30 giugno 2016, ha aperto le sue porte ad una delegazione cilena di 12 persone composta da vivaisti, produttori, esportatori di uva e ricercatori della Pontificia Università Cattolica del Cile.
A dare il benvenuto ai cileni, oltre ai proprietari dell’azienda situata in provincia di Caltaneissetta, Maria e Antonio Lo Giudice, c’erano anche i prof.ri Rosario di Lorenzo e Ettore Barone (Università di Palermo), il dott. Giuseppe Miccichè (Direttore provinciale Coldiretti- Agrigento), Ignazio Gibino (Delegato regionale Coldiretti Giovani impresa), il dott. Biagio Di Mauro (Regione Sicilia – Ufficio Periferico Fitosanitario di Ragusa) e i dott.ri Biagio Iemmolo e Sergio Rizzo (tecnici aziendali).
Alla visita hanno partecipato anche il sindaco di Gela, Domenico Messinese, B.C.C Toniolo (Direttore generale di un istituto di credito del luogo), il dott. Falzone, il dott. Infantino ed altri tecnici ed amici.
L’azienda dei F.lli Lo Giudice ha offerto agli esperti sudamericani nuovi spunti e idee per la coltivazione dell’uva da tavola con metodo tradizionale ed in “fuori suolo”, sperimentazione quest’ultima partita nell’ottobre del 2013, autofinanziata e giunta ormai al terzo anno.
Nell’occasione Antonio Lo Giudice ha spiegato che i costi di avvio per una coltivazione in fuori suolo sono più elevati rispetto agli impianti normali. Tuttavia, durante l’intero ciclo di produzione tali costi vengono ampiamente ammortizzati. “Grazie a questo tipo di coltivazione, inoltre, è possibile superare la stanchezza dei terreni grazie all’utilizzo dei substrati e aumentare le rese per ettaro a parità di consumo acqua, senza considerare che le uve entrano in produzione già dopo 14 mesi”, ha spiegato.
“La sperimentazione – ha continuato – anche quest’anno ha garantito ottimi risultati e devo molto all’assistenza tecnica e scientifica dell’Università degli Studi di Palermo, al dott. Biagio Di Mauro e ai tecnici Biagio Iemmolo e Sergio Rizzo”.
La delegazione cilena ha apprezzato particolarmente la tecnica di innesto a spacco utilizzato per innestare Black Magic su cv Italia. In Sicilia gli ospiti sudamericani hanno potuto osservare che il taglio viene reso asettico grazie all’utilizzo di mastice cicatrizzante e nastro isolante. In Cile, invece, nel punto di contatto tra nesto e portinnesto viene utilizzata segatura, resa costantemente umida da un sacchetto sopra posizionato, favorendo in tal modo la proliferazione di funghi e batteri, nonchè l’ingresso di insetti, a causa dell’umidità e della mancanza di un ambiente asettico.
Oltre all’uva da tavola, i cileni hanno visionato anche i frutteti coltivati in azienda. La visita si è conclusa con un rinfresco all’interno del magazzino di lavorazione.
Nei giorni successivi la delegazione cilena si è recata in Puglia per visitare diversi impianti di uve da tavola con e senza semi del barese e dell’arco jonico e le più importanti packing house presenti sul territorio.
Autore: la Redazione
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