Le drupe si trovano nella fase di “inolizione” ed è iniziato il viraggio del colore tipico per ogni varietà.
Le operazioni di raccolta delle olive da olio sono iniziate anche nelle zone meno precoci e si tende nella maggior parte delle località ad anticipare rispetto alle consuetudini locali per ottenere produzioni di qualità anche se con una resa minore. La mosca olearia (Bactrocera olea) è in piena attività e sono in aumento le catture con trappole a feromoni, ma il danno che gli attacchi possono causare alle drupe sono ormai molto limitati data la vicinanza della raccolta.
Gli attacchi nell’anno in corso, a causa delle elevate temperature estive, sono stati tardivi e non dovrebbero comunque compromettere la qualità del prodotto che nella generalità dei casi si presenta molto sano. Una certa attenzione deve essere rivolta verso le zone collinari dove la raccolta si protrae sino al mese di novembre ed oltre, perchè in tal caso il ciclo di sviluppo della mosca potrebbe completarsi facilmente e le larve presenti nella polpa conferirebbero un cattivo sapore all’olio. In questi casi è importante affiancare al monitoraggio in campo con trappole attrattive il campionamento dei frutti per intervenire tempestivamente e contenere la cascola tardiva.
La cascola tardiva può essere causata anche da attacchi della generazione carpofaga di Tignola (Prays oleae). Le larve di questo lepidottero vivono nella polpa della drupa e raggiunta la maturità fuoriescono all’esterno dalla zona del peduncolo indebolendolo.
Nell’annata in corso sono poco diffusi i sintomi della malattia fungina “lebbra dell’olivo” o “antracnosi” (Colletotrichum gloeosporioides), che si sviluppano soprattutto in corrispondenza delle ferite causate alle drupe dalla mosca olearia. Dopo le ultime piogge potrebbero iniziare le infezioni secondarie di questo fungo soprattutto nelle zone dove si sono verificati attacchi pregressi.
I sintomi della malattia sono macchie di marciume di colore bruno che oltre ad influenzare negativamente la qualità dell’olio possono causare fenomeni di cascola precoce nelle zone dove la malattia è endemica. Alcuni frutti colpiti dalla malattia rimangono attaccati ai rami per tutto il periodo invernale, raggrinziscono ed assumono il caratteristico aspetto di “mummie” che possono diventare fonte di nuove infestazioni nell’annata successiva.
Negli oliveti colpiti è importante intervenire già nell’autunno, dopo la raccolta con trattamenti a base di ossicloruri di rame, utili anche per il controllo di questa patologia.
Fonte: sias.regione.sicilia