Simposio uva da tavola: condividere è la chiave

Condividere le informazioni, cooperare e aprirsi: questi alcuni dei concetti emersi nel corso del Simposio internazionale sull'uva da tavola

da uvadatavoladmin
simposio internazionale dell'uva da tavola sudafrica

Condividere le informazioni, cooperare e aprirsi: questi i concetti emersi nel corso della prima tavola rotonda del decimo Simposio internazionale sull’uva da tavola.

Si è concluso venerdì 1 dicembre il decimo Simposio internazionale sull’uva da tavola che, organizzato in Sudafrica, anche quest’anno ha posto l’accento su molteplici temi, aprendo a interessanti riflessioni. Fra queste, in particolare, nel corso della tavola rotonda Table Grape World Exports: A Great or Grape Crisis?” è emersa l’importanza di aggregarsi e cooperare per risollevare le sorti del comparto. 

I relatori hanno infatti invitato a riflettere sulla possibilità di creare un’associazione globale dell’industria dell’uva da tavola, strettamente modellata sull’Organizzazione mondiale degli agrumi, in grado di riunire tutte le aziende e le figure del comparto. Una realtà che tuttavia – se progettata – richiederà la massima cooperazione tra le aziende produttrici di uva da tavola, ma anche tra le diverse aree commerciali. Come dichiarato dagli esperti, infatti, la tendenza attuale è ancora quella a restare chiusi, quando invece si dovrebbe puntare a “condividere più informazioni per migliorare i mercati”.

E questo specialmente a fronte di problematiche come l’aumento dei costi di produzione che – a livello globale – ha interessato un po’ tutti i Paesi, e la generale carenza idrica che si va riscontrando in realtà produttive come l’Australia e il Sudafrica, alterando l’attività in campo.

Una parentesi a parte nel corso della prima tavola rotonda del Simposio ha poi riguardato il Perù.

Primo esportatore di uva al mondo, secondo quanto emerso, il Perù quest’anno, nonostante le elevate stime iniziali, probabilmente registrerà un calo delle uve da tavola del 40% e volumi inferiori a 65 milioni di cartoni (equivalenti a 8,2 kg). A incidere, un andamento climatico caratterizzato da forti piogge, seguite da temperature di quattro-cinque gradi superiori alla media, che – a detta degli esperti – si traduce in “prezzi molto ridicoli” e “problemi di mercato”. Due criticità che, a lungo andare, rischiano di investire altri Paesi produttori se non si iniziano a promuovere aggregazione e condivisione.

simposio internazionale dell'uva da tavola

In foto Gerd Burmester, direttore della Vecs, Perù

In ultimo, il panel ha poi affrontato i temi dell’imballaggio e della manodopera. In particolare, l’attenzione è stata rivolta alla questione “plastica” che – secondo i relatori – “come le conchiglie, sarà difficile da eliminare”. Specialmente a fronte delle nuove leggi sugli imballaggi green in arrivo nel 2025, a partire dal Canada.
Generalmente condivisa, invece, la posizione in merito alla manodopera, che – stando a quanto riportato – pur rappresentando il “60 % dei costi sostenuti” dalle aziende, necessita di essere ascoltata al fine di promuovere una crescita virtuosa del comparto dell’uva da tavola, capace di soddisfare tutti coloro che vivono e garantiscono l’esistenza stessa della filiera. Anche in questo caso, però, la strada da percorrere suggerita dagli esperti si conferma la stessa: investire nella cooperazione e nello scambio di informazioni per una crescita condivisa e globale.

 

Ilaria De Marinis
© uvadatavola.com

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