Il mercato dell’uva da tavola presenta poche novità ed un andamento complessivamente stazionario, mentre è iniziata all’insegna della cautela la campagna di commercializzazione del kiwi, con valori di esordio inferiori all’anno scorso in ragione di una produzione più abbondante.
A rilevarlo è l’Ismea nell’Overview sui mercati agroalimentari di questa settimana.
Sui mercati dei prodotti frutticoli, si registrano scambi regolari e prezzi stabili per mele e pere, mentre accusano diffusi cedimenti le quotazioni dei loti, penalizzati da un’offerta eccedentaria e da un peggioramento qualitativo della merce.
Scambi regolari, con prezzi però in ulteriore flessione (anche su base annua), per le clementine, le cui affluenze sui mercati stanno aumentando rapidamente, incontrando comunque il favore della domanda. Le arance, disponibili in quantità ancora limitate, stanno invece subendo le crescenti pressioni concorrenziali esercitate dal prodotto spagnolo che sembra al momento avere la meglio sui mercati anche in termini di ricezione della domanda.
Restano orientati alla prudenza i mercati vinicoli nazionali, data l’abbondanza d’offerta confermata in questi giorni dalla stima Oiv (l’Organizzazione internazionale del vigne e del vino) di un incremento del 2% della produzione mondiale 2015.
C’è ancora molta confusione sul mercato degli oli di oliva, caratterizzati da diffusi cedimenti dei prezzi. Non è ancora chiara la composizione dell’offerta quali-quantitativa degli oli di nuova produzione, un elemento, questo, che sta creando nervosismo sui mercati e condizionando fortemente gli scambi.
Per quanto attiene ai cereali, dopo i recenti ribassi la situazione sui mercati interni sta gradualmente stabilizzandosi per il grano duro, che sembra adesso aver trovato un punto di equilibrio. Mercato calmo anche per mais e orzo, mentre restano orientati al rialzo i risoni.
L’offerta più abbondante di ortaggi di stagione sta comportando, infine, un normale assestamento al ribasso dei valori per cavoli, finocchi, radicchi e carciofi. Una dinamica che dovrebbe proseguire anche nei prossimi giorni, salvo repentini mutamenti climatici, in un mercato che non sembra invece in grado di riassorbire, per lo meno in questa fase, i forti aumenti delle zucchine, che rispetto all’anno scorso spuntano prezzi quasi doppi. I minori investimenti nazionali, ma anche la scarsa pressione del prodotto d’importazione, specialmente spagnolo, spiega l’attuale divario delle quotazioni che potrà iniziare a ridursi solo con il pieno apporto delle coltivazioni siciliane.
Fonte: ismeaservizi.it