Cile: volumi di uva superiori alle aspettative. Perciò i produttori cileni e il colosso…
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Sono le settimane più importanti per la campagna dell’uva da tavola in Cile, ma…
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Sapore dolce e polpa croccante sono solo alcune delle caratteristiche della selezione 3.3.142 presentata…
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Le abbondanti piogge durate per tre interi giorni e seguite da almeno due settimane con elevati livelli di umidità – tra fine gennaio e l’inizio di febbraio – hanno creato il peggior scenario possibile per l’uva da tavola cilena, considerando anche la tempistica dell’evento.
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Uno degli interventi più attesi del IX Simposio Internazionale sull’uva da tavola, svoltosi in Cile dal 16 al 21 febbraio 2020, è stato quello dell’agronomo cileno Oscar Salgado, che vanta una vasta esperienza e conoscenza del settore della viticoltura da tavola.
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Tre aziende del Sud America fanno ingresso nella lista dei produttori autorizzati a coltivare e vendere le varietà di uva da tavola senza semi brevettate da Sun World International.
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L’uva cilena aumenta le sue opportunità di vendita negli Stati Uniti grazie all’introduzione di nuove varietà e ad un rinnovato approccio alle tecniche di coltivazione, in particolare nella Regione di Coquimbo.
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L’export di uva dal Perù verso la Cina sta volgendo al termine e i volumi delle forniture iniziano a diminuire. La stagione cilena, invece, è appena iniziata, il che rappresenta una chiara minaccia per la quota di mercato delle uve peruviane nel Paese asiatico.
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Dopo diverse settimane di offerta limitata e prezzi elevati, il mercato delle uve negli Stati Uniti si sta equilibrando. Il Cile sta inviando negli USA volumi crescenti e sembra che continuerà a farlo nelle prossime settimane.
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“Dietro ogni box di frutta c’è la storia di una famiglia, un gruppo di imprenditori e l’identità di un Paese. Le iniziative che cerchiamo di promuovere combinano innovazione, agricoltura familiare e associatività”.
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I principali Paesi di produzione di uva da tavola dell’Emisfero Meridionale sono in piena fase di raccolta, mentre l’India sta cominciando con le prime spedizioni.
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Le condizioni di mercato negli Stati Uniti hanno confermato le previsioni degli esportatori di uva da tavola sudamericani, ovvero una carenza di prodotto.
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Secondo quanto dichiarato da Karen Brux, amministratore delegato della Chilean Fresh Fruit Association, “si attende sui mercati un grosso quantitativo di uva cilena durante la stagione in corso, che durerà fino ad aprile”.
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È partita dal Terminal Marítimo Puerto Caldera la prima nave dell’anno, con 4.500 tonnellate di uva da tavola provenienti dalla regione di Atacama e dirette a Wilmington, negli Stati Uniti.
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I produttori di uva da tavola della Regione di Coquimbo, Cile, vogliono conquistare i mercati internazionali con nuove varietà che si caratterizzano per rese più elevate, minore apporto di manodopera e migliore qualità dei grappoli.
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Nelle prossime settimane potrebbe verificarsi una grave crisi economica nel comune cileno di Monte Patria, in provincia di Limarí – Regione di Coquimbo.
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In Cile, i produttori di uva da tavola e di mirtilli sono preoccupati per le loro esportazioni a causa del braccio di ferro Stati Uniti e Cina.
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L’esportazione di uva da tavola peruviana potrebbe aumentare del 36% durante questa stagione con circa 45 milioni di box da 8,2 chilogrammi.
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Durante la 25^ settimana le esportazioni di uva da tavola cilena sono state pari a 731.851 tonnellate, ovvero 811 tonnellate in meno rispetto all’export della scorsa stagione.
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Confrontando i volumi di uva da tavola esportati quest’anno con quelli del 2017 si nota che per il prodotto cileno destinato agli Stati della costa orientale degli USA ci sono perdite pari al 21,9%.
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Dopo l’Italia, dove si è concluso da poco l’8° Simposio internazionale dell’uva da tavola, sarà il Cile a ospitare l’importante appuntamento.
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“La Puglia dell’uva da tavola sta diventando una colonia israeliana, californiana o cilena. Per produrre determinate varietà versiamo vere e proprie royalty ai Paesi d’origine. Ma ci viene anche imposto di vendere il prodotto solo a determinati soggetti”.