Uva da tavola: chiusa la stagione in Perù

Eventi climatici anomali e difficoltà logistiche compromettono la stagione: prezzi in rialzo, ma calano spedizioni, rese e volumi

da uvadatavoladmin
uva da tavola perù Sweet-Globe

In Perù, la stagione dell’uva da tavola è già al termine. Stando a quanto riportato a PortalFruticola da Alejandro Cabrera, direttore generale di Provid – associazione dei produttori di uva da tavola del Perú, il bilancio conferma una campagna 2023-24 impegnativa.

A incidere – primo fra tutti – il clima, dapprima con il ciclone Yaku, che – come dichiarato – “con forti piogge consecutive e forti venti fino a 40 giorni nella parte settentrionale del Perù” nei mesi di aprile e marzo 2023, ha compromesso la produttività della stagione. E subito dopo con il fenomeno climatico El Niño, che ha determinato temperature elevate e l’assenza di un vero e proprio inverno in tutto il Paese.

Come sottolineato da Cabrera, l’avvicendarsi di questi due eventi climatici ha provocato una serie di ripercussioni su produttività e rese per ettaro che sono infatti risultate inferiori, determinando un calo generale a livello di comparto, anche in termini di esportazioni.

“A causa del calo delle spedizioni nella dodicesima settimana di calendario – spiega il direttore generale di Provid – abbiamo avuto un calo delle esportazioni del 12%. La scorsa stagione, nella stessa settimana, eravamo a 71,1 milioni di cartoni da 8,2 chili e questa stagione, nella settimana 12, siamo a 62,4, il che conferma ciò che avevamo indicato lo scorso novembre, ovvero un calo dei volumi”.

Non solo il clima: anche dal punto di vista commerciale la stagione dell’uva da tavola in Perù non è stata semplice.

Il Canale di Panama ha infatti registrato una portata inferiore al solito, rendendo “impossibile il libero transito delle navi per raggiungere la costa orientale degli Stati Uniti”, principale mercato di destinazione delle uve peruviane. “Ovviamente la preoccupazione è stata elevata –  spiega Cabrera – ma fortunatamente le compagnie di navigazione che lavorano con i produttori peruviani disponevano di piani di emergenza, con spostamenti specifici nel passaggio attraverso il canale, che hanno permesso ai flussi di avanzare”.

Accanto a questo, il comparto ha poi dovuto affrontare un’altra sfida, rappresentata dai grandi ritardi nelle spedizioni verso l’Asia che in alcuni casi hanno superato le due settimane.

In generale, quella appena conclusa è stata una stagione segnata da prezzi migliori rispetto alle annate precedenti. Come raccontato, però, questo si deve da un lato alla minore offerta di prodotto peruviano, dall’altro all’uragano Hillary, che ha colpito gli Stati Uniti, devastando “in media 30 milioni di scatole da 8,2 chili in California” e generando una scarsità significativa di uva sul mercato interno.

Per quanto riguarda le varietà, al momento, le esportazioni di Sweet Globe sono al primo posto con il 23% della fornitura, seguite da Red Globe (17%), Oton Crisp (15%), Allison (8%) e Timpson (5%).

peru-uva-da-tavola

“Queste cinque varietà raggiungono quasi il 70% dell’intero volume esportato. Questa stagione evidenzia la crescita di Oton Crisp con il 33% rispetto alla campagna precedente. È l’unica varietà che cresce in questa misura, passando da 6,8 milioni di casse a 9 milioni di casse”. Interessante anche la crescita significativa registrata dalle uve della cv Sweet Favors, con un aumento del 24%.

A livello di mercati, come precisato, gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco dell’uva da tavola peruviana, con il 46% dei volumi esportati, seguiti dai Paesi Bassi con il 12%. Rispetto al passato, emerge un’interessante novità: al terzo posto, infatti, spunta il Messico che – con l’8,5% delle spedizioni – supera la Cina, ferma al 7,7%. Il quinto posto è infine occupato dal Regno Unito con il 3,8% delle spedizioni.

D’altra parte, come ricordato dal presidente di Provid, “tutte le destinazioni hanno diminuito le importazioni di frutta dal Perù a causa della minore offerta: gli Stati Uniti segnano un -12%, i Paesi Bassi -19% e la Cina -18%”. In compenso, l’apertura del mercato giapponese sembra offrire un interessante punto di snodo: sulla base delle stime di quest’anno, che hanno contato oltre 300 mila casse spedite, le produzioni di uva peruviana, infatti, potrebbero consolidare già dalla prossima stagione questo nuovo, importante rapporto commerciale.

 

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

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